Parte dall’occupazione la scossa alla Campania
02 Marzo 2011
"Per uscire dalla difficile crisi economica in cui versa la Campania abbiamo messo in atto un intervento di risanamento dei conti pubblici e ora passiamo anche a promuovere il lavoro". Questo, in sintesi, il quadro delineato dal Governatore della Campania, Stefano Caldoro, a quasi un anno dall’avvio del suo mandato.
Presidente Caldoro, ci fotografa la situazione attuale della regione?
La Campania versa in una situazione difficile ma io sono convinto che si può ripartire. La crisi economico-sociale, di carattere internazionale, e la riduzione dei trasferimenti pubblici attuata negli ultimi anni provocano effetti durissimi per la nostra regione e per l’intero Mezzogiorno. Il sistema delle relazioni fra lo Stato e gli enti locali è cambiato e le nuove politiche riformiste devono misurarsi con questo dato. A tutto ciò si aggiunge, poi, che le politiche di sviluppo degli ultimi anni, i sussidi parziali e l’intermediazione politica in regione, hanno disperso fiumi di risorse senza generare nessuna occupazione.
Insomma, presidente, la situazione è esplosiva. Protestano i senza lavoro e quelli che hanno paura di perderlo.
Bisogna far ripartire l’economia. Abbiamo il dovere di impegnarci per mettere in campo tutte le misure necessarie, che inevitabilmente devono essere più moderne, perché la società è cambiata. Il Piano Lavoro rappresenta una grande priorità, esso è una sfida per affrontare la crisi e per sostenere chi è più debole. È il primo piano attuativo realizzato in Italia, nell’ambito del piano triennale del Governo. In questo senso devo precisare che abbiamo il ruolo di un vero e proprio laboratorio nazionale.
Può provare a descriverci le iniziative per il lavoro che varerete da qui ai prossimi giorni?
Il Piano Lavoro, che prevede solo misure molto concrete, rappresenta un cambio di passo, una rivoluzione culturale delle politiche sociali e del lavoro perché non consente alcuna intermediazione politica. Non si ragiona più nell’ottica del consenso ma dell’efficienza dell’azione. Questo non è un piano assistenziale, che trova linfa nella logica dell’emergenza, ma piuttosto è una sfida che punta ad incentivare la formazione in azienda, i tirocini, l’apprendistato, i dottorati di ricerca. Abbiamo interrotto finalmente le politiche dei sussidi che rappresentano solo un rimedio temporaneo e che alla fine non producono sviluppo. Il consenso convinto che abbiamo ricevuto da tutte le parti sociali che hanno lavorato in stretta sinergia con noi ci dà conferma della validità delle scelte che abbiamo adottato. La Campania può e deve ripartire. Lo deve fare con nuove regole, capaci di creare per tutti le condizioni migliori di accesso al mercato del lavoro.
Quali e quante risorse saranno messe in campo?
La Regione investirà, con l’aiuto del Fondo sociale europeo, quasi 580 milioni di euro, destinati a creare le condizioni per il coinvolgimento di circa 60 mila nuovi addetti.
Intanto l’assessore al lavoro Severino Nappi è stato minacciato e contestato.
L’assessore, che è in prima linea, è sempre sostenuto dall’intera Giunta regionale campana. Il suo è un impegno condiviso e collegiale.
(Tratto da Il Sole24Ore Sud)