Parte il countdown del Conclave in attesa del nuovo Papa

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Parte il countdown del Conclave in attesa del nuovo Papa

11 Marzo 2013

LA PROCESSIONE. I Cardinali sono entrati in processione dalla Cappella Paolina alla Sistina. A guidarli, il ministrante con la Croce. Dietro, cantori e cerimonieri. Poi l’Arcivescovo Baldisseri, segretario del Collegio Cardinalizio. E’ lui, insieme agli altri Cardinali scrutatori ad occuparsi della celebre fumata bianca, il segnale atteso da tutta la Cristianità.

10.00. Messa Pro Eligendo Romano Pontefice presieduta dal Decano Angelo Sodano.

16.30. Processione dalla Cappella Paolina nella Sistina

18.15. "Extra Omnes"!, il portone della Cappella Sistina si chiude. Tutti fuori, i Cardinali sono pronti al Conclave. Secondo Padre Lombardi, non è sicuro che entro stasera ci sia il primo scrutinio.

18.30. I Cardinali pronunciano la formula di rito, "Spondeo, voveo ac iuro" cioè "Prometto, mi obbligo e giuro". Qualcuno non riesce a trattenere l’emozione.

20.00. Trasferimento dei Cardinali e cena

LO SCRUTINIO. Quando fu eletto Ratzinger, il papa "dimissionario" godeva già al primo scrutinio di un largo consenso. Stavolta, nessuno dei Cardinali presenti parte da una posizione di forza e i "papabili" possono contare al massimo su una trentina di voti di sostegno. Il primo scrutinio, dunque, sarà solo un assaggio, con tre o quattro nomi che negli scrutini successivi si ridurranno sempre di più.

I FAVORITI. A meno che non ci siano grandi sorprese, il "toto-papa" si sta concentrando su alcuni nomi che descrivono un confronto tra le due sponde dell’Atlantico, tra Vecchio e Nuovo Continente, Europa e Americhe. Dopo 35 anni parte favorito (ma non è detto che sia un vantaggio) un italiano, l’Arcivescovo di Milano Angelo Scola, uomo di pensiero e di azione che potrebbe riassumere le qualità degli ultimi due Papi, Pastori e Teologi, Giovanni Paolo e Benedetto. Un italiano amato da molti cardinali stranieri, attento al dialogo tra fedi e culture diverse. L’elezione di Scola, prediletto di Ratzinger, rappresenterebbe anche un forte segnale di stabilità in un momento politico così confuso per l’Italia.

L’Arcivescovo Odilo Pedro Scherer, di origini tedesche, rappresenta l’anima dell’America Latina povera ma pronta al cambiamento che sogna di avere un pontefice. San Paolo, la città dove Scherer ha aperto la sua "Casa della Speranza", è diventata la megalopoli della Cristianità. Scherer è comunque ostile alla Teologia della Liberazione, potrebbe fare il pontiere tra chi vuole una riforma della Chiesa e gli ambienti conservatori. Siede nella Commissione di Controllo dello IOR e del bilancio vaticano, un altro elemento strategico visto che la Chiesa di oggi non può tirarsi fuori dalle cose terrene dell’economia. Ha detto che ci vuole "tolleranza zero" con i preti pedofili.

Sean Patrick O’Malley ieri ha celebrato messa nella Chiesa di Piazza Guadalupe a Roma, sulla Trionfale – non proprio i Parioli, per così dire – in linea con lo spirito di questo combattivo uomo di fede, cappuccino, arcivescono di Boston, amato dai latinos negli Usa, che ha venduto i beni della Chiesa come "penitenza" dopo gli scandali sulla pedofilia. Pare che se venisse eletto Papa sceglierebbe il nome di Francesco I e questo inquieta un po’ la Curia romana e i Cardinali meno pronti a un cambiamento radicale. Vengono dagli Usa anche Timothy Dolan, Arcivescovo di New York, grande comunicatore, e Donald Wuerl, Arcivescovo di Washington, più sobrio, ma entrambi meno favoriti di O’Malley.

Marc Ouellet, Prefetto in Vaticano, è il primo degli "outsider". Un teologo canadese che per studi e conoscenze somiglia a Ratzinger, capace di parlare in moltissime lingue e grande conoscitore dell’America Latina. Se dopo i primi scrutini questi nomi dovessero essere "bruciati", restano altre chance e molte sorprese. Si è parlato tanto, per esempio, di un "Papa nero", ma al di là del colore della pelle è opportuno sottolineare che oltre alle Americhe ci sono anche altri continenti dove il Cristianesimo oggi è una forza dirompente destinata a crescere con grandi numeri.

E allora perché non l’Asia dell’Arcivescovo di Colombo, Ranijith Patabendige Don, nunzio in Indonesia e a Timor Est, o l’Arcivescovo di Manila, Luis Antonio Tagle che ha solo 56 anni e interpreta le rivendicazioni di uno spiritualismo declinato verso Oriente. Staremo a vedere.