Parte il processo Scazzi, telecamere vietate per interrompere il reality show

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Parte il processo Scazzi, telecamere vietate per interrompere il reality show

11 Gennaio 2012

Niente fotografi, soltanto le telecamere della trasmissione “Un giorno in Pretura”, che però potranno trasmettere le immagini solo a conclusione del processo. Lo ha stabilito, con un’ordinanza letta in aula, la Corte di Assise di Taranto, al termine di quasi due ore di Camera di Consiglio. Riapre così il “processo Scazzi”, che nell’ultimo anno è stato senza dubbio il caso con la più incredibile e cinica esposizione mediatica nella storia della cronaca italiana. Un reality show vero e proprio.

Le lacrime di Sabrina, la freddezza di Cosima, il dolore di mamma Concetta e papà Giacomo, gli occhi spaesati di zio Michele. Per la prima volta in un’aula c’erano tutti i personaggi del grande giallo di Avetrana.

In una gabbia alla sinistra della Corte di Assise ci sono le uniche detenute, Cosima Serrano e sua figlia Sabrina, accusate del delitto. In tutto gli imputati sono nove. La 24enne si è affacciata titubante, avvolta in un cappotto nero, ed è rimasta indietro, nell’angolo, più lontano possibile, quasi attaccata alla parete della piccola gabbia degli imputati, piangendo. In aula Concetta, la mamma della povera Sarah, non ha mai guardato verso le gabbie degli imputati, dove erano la sorella Cosima e sua nipote Sabrina.

Cosima è in carcere dal 26 maggio 2011, Sabrina dal 15 ottobre 2010 e la giovane risponde anche di calunnia ai danni della ex badante di casa Scazzi. Alla sbarra anche Michele Misseri, marito e padre delle due donne. Il contadino di Avetrana è accusato di concorso in soppressione di cadavere. Dello stesso reato rispondono, secondo l’accusa, anche il fratello di Misseri, Carmine, e il nipote Cosimo Cosma. Infine, sono imputati per favoreggiamento personale Antonio Colazzo, Giuseppe Nigro, Cosima Prudenzano (parenti del fioraio Giovanni Buccolieri che raccontò di aver visto, il 26 agosto 2010, Cosima intimare in strada a Sarah di salire in auto dove per l’accusa c’era anche Sabrina, salvo poi ritrattare e spiegare che si era trattato di un sogno) e Vito Russo, ex legale di Sabrina, accusato anche di intralcio alla giustizia. In aula, nei prossimi mesi, compariranno più di 200 testimoni.

La prima udienza è andata via con vicende tecniche. Si è costituito parte civile il Comune di Avetrana, che chiede ai Misseri il risarcimento del danno morale: "Hanno fatto conoscere il paese a tutta l’Italia come la città degli orrori". E pretende anche danni materiali: allegate agli atti ci sono tutte le spese sostenute dal Comune per i funerali di Sarah, compresa la corona di fiori costata 220 euro alla casse pubbliche e confezionata da quel Giovanni Buccolieri sotto processo nella stessa aula con l’accusa di aver visto tutto quel 26 agosto e non aver raccontato nulla.

La seconda udienza è prevista per giovedì prossimo. Un’altra puntata di questo reality “thriller” show.