Partite IVA, 20mila alert da Agenzia Entrate. CGIA: “Spesometro è vessatorio”

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Partite IVA, 20mila alert da Agenzia Entrate. CGIA: “Spesometro è vessatorio”

19 Dicembre 2016

Lo chiamano “fisco amico” ma sono in arrivo oltre 20.000 alert “preventivi” dell’Agenzia delle Entrate sulle operazioni Iva 2013. Con comunicazioni personalizzate, messe a punto dall’amministrazione fiscale, imprese e professionisti saranno chiamati a sanare le anomalie tra dichiarazione e lo spesometro.

Lo ha stabilito un provvedimento con cui la Agenzia delle Entrate fissa le modalità e le procedure utilizzate per mettere a disposizione dei contribuenti, in maniera preventiva, le informazioni utili ad adempiere correttamente ai propri doveri fiscali e ad evitare, quindi, controlli.

Le segnalazioni riguardano in particolare 20.362 partite IVA, di imprese e liberi professionisti, ai quali vengono contestate le dichiarazioni ai fini del pagamento dell’IVA del 2013. Si attendono quindi le dichiarazioni spontanee fornite dai professionisti tramite lo spesometro, lo strumento dell’Agenzia delle Entrate per monitorare la congruenza dei dati ai fini del pagamento dell’IVA. Si può quindi procedere con la rettifica delle posizioni, attraverso il ravvedimento operoso, correggendo i dati errati in modo da ricevere uno sconto sulle sanzioni.

Lo spesometro, strumento introdotto nel 2013,  è un unicum nel panorama fiscale europeo. Ma CGIA Agricoltori del Friuli Venezia Giulia va all’attacco: “Nemmeno nella Legge di Stabilità si è tenuto conto delle prese di posizione del mondo rurale e di una parte delle sue rappresentanze; e così il ‘nuovo spesometro’, che prevede l’obbligo di comunicare all’Agenzia delle entrate la registrazione delle fatture ogni trimestre, anziché annualmente come avviene adesso, penalizzerà, a causa di un aumento della ‘burocrazia parassitaria’, e quindi dei costi conseguenti, i già risicati redditi degli agricoltori”. 

A dirlo Ennio Benedetti, direttore regionale della CIA-Confederazione Italiana Agricoltori del Friuli Venezia Giulia. “Le piccole aziende in particolare quelle con un volume di affari inferiore ai 7 mila euro, sono esonerate dalla tenuta della contabilità Iva: primo, perché hanno un giro di introiti che forse consente loro si e no di sopravvivere; poi, proprio perché si tratta di piccole realtà esse non sono in grado di sostenere costi per inutili adempimenti contabili”. Per tali motivi, e per impedire che una parte importante del settore primario tradizionale rischi l’estinzione, la Cia FVG chiede al Governo, alle forze politiche e parlamentari, di intervenire per far esonerare tutte le imprese agricole, piccole o grandi che siano, da questo nuovo, inutile e vessatorio strumento fiscale.