Passa da Bari la rete di Al Qaeda che prepara attentati e traffica clandestini
12 Maggio 2009
Non sono ancora le sette del mattino e le Ansa registrano i primi flash su importanti arresti avvenuti a Bari. Fin qui la notizia è poco esplosiva, ma quando iniziano a trapelare i dettagli, si scatenano le televisioni di tutto il mondo: a Bari risiederebbero i “portavoce”, in Europa, di Al Qaeda.
Gli arrestati sono l’imam del Belgio Bassam Ayachi, siriano di 63 anni con cittadinanza francese, già noto da tempo alle autorità del Belgio perché leader e guida spirituale del Belgium Islamic Centre Assabyle (Ciba) di Bruxelles, ritenuto uno dei più importanti centri di irradiazione dell’Islam di orientamento salafita in Europa. L’altro arresto riguarda Raphael Marcel Frederic Gendron, ingegnere elettronico francese di 34 anni, convertitosi all’Islam, stretto collaboratore di Bassam Ayachi e tra i cofondatori del centro di Bruxelles. Ai due presunti leader in Europa di una rete di supporto logistico di Al Qaida sono stati notificati, in carcere, mandati d’arresto da agenti della Digos della Questura di Bari e dell’antiterrorismo, su disposizione della magistratura barese.
Gli arrestati – secondo l’accusa – fanno parte di una cellula che avrebbe progettato attentati terroristici in Francia e in Inghilterra e che avrebbe avuto a disposizione armi (soprattutto esplosivi) utili per combattere nelle zone di guerra e per predisporre gli attentati. Sono indagati, in concorso con almeno una decina di persone arrestate nel dicembre scorso in Francia e Belgio, di associazione con finalità di terrorismo internazionale o di eversione dell’ordine democratico, di addestramento e arruolamento con finalità terroristiche.
Il provvedimento restrittivo, firmato dal gip del Tribunale di Bari, Giulia Romanazzi, è stato notificato in carcere poiché gli indagati sono detenuti dall’11 novembre 2008 con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, dopo essere stati bloccati nel porto di Bari a bordo di un camper sul quale avevano nascosto immigrati clandestini. Secondo i pm inquirenti Roberto Rossi e Francesca Romana Pirrelli, che hanno chiesto gli arresti, durante la detenzione Ayachi e Gendron “hanno progettato e organizzato attentati terroristici e azioni di guerriglia continuando, quindi, nella loro attività associativa”. Le indagini a loro carico si avvalgono dei risultati di rogatorie compiute in Francia e, in parte, in Belgio. Da quest’ultimo Paese era partita una segnalazione di intelligence diretta ai nostri servizi di sicurezza.
Molto soddisfatto si è dichiarato il Questore del Capoluogo pugliese, Giorgio Manari che aggiunge: “Con questa operazione si è forse evitato qualcosa di più grave perché facevano parte entrambi di una organizzazione più ampia; erano predisposti per attentati terroristici, ma bisogna vedere quali erano gli obiettivi mai individuati con precisione. Sono state allarmate le forze dell’ordine dei Paesi europei interessati ma non si è mai arrivati fortunatamente al passaggio dalla progettualità alla fattività”.
Alla base di questi arresti ci sono alcune intercettazioni ambientali dalle quali emerge in modo chiaro che i due presunti affiliati ad Al Qaida, in Europa, predisponevano con la propria cellula attentati nel territorio europeo con l’utilizzo di aerei. Una di queste conversazioni risale al 14 dicembre 2008. A parlare sono i due arrestati, Bassam Ayachi e Raphael Gendron, detenuti in una cella del carcere di Bari. I due fanno spesso riferimento all’uso di un “aereo” per “colpire bene”, per “colpire il popolo” e parlano anche della volontà di “colpire gli inglesi”.
Ayachi riferisce a Gendron “ …ma hai vissuto cosa vuoi? tu chiami alla Jihad… ” e poi prosegue “…perché Dio lo ha voluto… perché conto con l’aereo… ”. Poi ancora Ayachi: “ … devi fare del bene… partiamo al fronte… niente di più ok?” Gendron, dal canto suo, sostiene che “… bisogna colpire bene… bisogna colpire… ”, e Ayachi gli risponde “…colpire il popolo… hai capito di cosa sto parlando? non bisogna fare niente di più… un anno fa… la Jihad… bisogna che accada di partire… ”. Poi Ayachi fa un esplicito riferimento all’importanza dell’indottrinamento: “Dio è saggio… sono sicuro che vinceremo ma serve spiegare bene… ” e poi parla della consistenza della cellula: “siamo più di cinquanta …”. Ayachi fa ancora un riferimento a un aereo, precisando a Gendron: “… non hai bisogno che ti dica che significa avere un aereo francese …noi gli africani lo avremo”. Gendron a sua volta, nel seguito della conversazione fa riferimento all’aereo (“… allora con l’aereo …”) e poi sostiene: “gli Inglesi… bisogna colpirli…”.
Questi avvenimenti ci inducono a chiedere un maggiore impegno da parte delle forze dell’ordine, attraverso maggiori controlli. Se vogliamo che il nostro Paese non diventi base operativa di organizzazioni terroristiche internazionali, dovremo andare avanti nella lotta all’immigrazione clandestina intrapresa e voluta dall’attuale Governo.