Pd e Terzo Polo fanno la guerra al Cav. ma a vincere è solo l’estrema sinistra
17 Maggio 2011
«Due sorprese: Milano per noi e Napoli per il Pd». Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario dei senatori del Pdl, analizza con franchezza il voto amministrativo.
Insomma, nel capoluogo lombardo poteva andare meglio…
«Certo, anche se è ancora presto per fare un’analisi serena. E’ un voto che andrà studiato senza fretta. Comunque, dev’esser chiaro un concetto: la partita è ancora apertissima. Ci sono i ballottaggi, i conti si fanno alla fine e i raffronti vanno effettuati sulla base delle elezioni precedenti, su dati omogenei insomma».
Si, ma a Milano…
«Ci arrivo. Vedere Letizia Moratti dietro a Giuliano Pisapia fa una certa impressione. E questa è la sorpresa numero uno. Ma, al contempo, vedere il candidato del Pd che, a Napoli, non arriva nemmeno al ballottaggio anche questo è davvero incredibile».
Cioè lei non credeva a una débacle così clamorosa di Morcone?
«No, sono stato a Napoli e ho visto che… Morcone non si vedeva. Il mio è un ragionamento politico. Il Pd mostra tutta la sua crisi strutturale».
Forse a Milano ha giocato l’effetto-Lega…
«Ho capito dove vuole arrivare: la Lega non sarebbe stata leale perché poco convinta della candidatura di Letizia. No, guardi, non è proprio così. Sulla lealtà del Carroccio ci metto la mano sul fuoco. Ha fatto il suo dovere. Fino in fondo. Certo, nessuno nega che la radicalizzazione dello scontro abbia accentuato i caratteri di forza ‘di lotta e di governo’ degli amici leghisti. Può esserci stata qualche disarmonia, ma di scorrettezza manco a parlarne».
C’è chi sostiene che la vostra campagna aggressiva a Milano abbia in realtà evitato un risultato ancora peggiore.
«Sono d’accordo. Gli interventi di Berlusconi hanno limitato i danni. Del resto, non avevamo scelta. Dovevamo reagire a un’aggressione. Magari è stato sbagliato qualche obiettivo. Magari si doveva ‘aggredire’ da moderati e non da estremisti».
Pd soddisfatto.
«Non ne vedo il motivo. Anche in questo caso la cautela è d’obbligo. Di sicuro la sinistra che canta vittoria non è quella di Bersani. I candidati espressi dai ‘democrats’ hanno evidenti problemi. Dire ‘abbiamo vinto’ mi parrebbe quantomeno prematuro».
E il Terzo Polo?
«Non sfonda. O meglio: hanno giocato sullo sfrangiamento del bipolarismo. Operazione riuscita. Con un piccolo particolare: che la loro strategia ha favorito candidati della sinistra estrema».
A chi si riferisce?
«A Pisapia e De Magistris. E ai grillini. Non sottovalutiamo il fatto che le liste targate Cinque Stelle hanno avuto percentuali uguali o addirittura superiori a quelle del Terzo Polo. Il che non mi fa piacere. Riflettano bene: la pregiudiziale anti-Berlusconi avvantaggia le estreme. Di sicuro non il Pd. E neppure il Terzo Polo».
(Tratto da Qn)