Pd, il no dei cattolici alla visita di Zapatero fa tremare Walter

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Pd, il no dei cattolici alla visita di Zapatero fa tremare Walter

Pd, il no dei cattolici alla visita di Zapatero fa tremare Walter

18 Marzo 2008

Il fattore Zeta ha rischiato di spaccare il Pd innescando
una pericolosa polemica alla vigilia del voto. Zeta è Josè Luis Zapatero, il
premier spagnolo fresco di riconferma, e l’ipotesi che stava circolando era
quella di una sua visita in Italia per appoggiare la candidatura di Walter
Veltroni.

Da giorni ci stavano lavorando gli stretti collaboratori dei due
staff. Non un comizio visto che il ruolo istituzionale del premier spagnolo non
lo permetteva, piuttosto un convegno o meglio una convention all’americana. Sullo sfondo dell’immaginario veltroniano
il sindaco di Roma si vedeva già come nelle grandi kermesse statunitensi in cui il candidato, Veltroni, è incoronato
dal leader carismatico, in questo caso Zapatero. Ma alla fine tutto è sfumato.
Anzi al loft di San’Anastasia questa semplice ipotesi ha fatto salire alle
stelle la tensione.

Troppo grande il timore, ripetevano i massimi dirigenti
della componente cattolica, “di regalare i voti cattolici a Berlusconi”.
Preoccupazione che si aggiungeva a quella di infastidire le gerarchie vaticane
ormai in guerra aperta in terra spagnola con Zapatero. Ma soprattutto la
preoccupazione dei cattolici era quella di “spostare l’asse del partito a
livello europeo verso il Pse”, cioé verso i socialisti, “rompendo
definitivamente qualunque legame con il Ppe”. Una questione quella della
collocazione del Pd in Europa che in effetti non si è mai chiarita e che tutti
fino ad oggi hanno cercato di evitare. Così ogni volta che si pone il problema
il braccio di ferro diventa sempre più duro.

Come detto però stavolta si è
rischiato lo showdown dalle parti di
Sant’Anastasia: i cattolici avrebbero fatto di tutto per contrastare la visita del premier spagnolo. Per questo Veltroni appena
ha annusato l’aria di scontro ha cercato subito di stoppare la polemica. Una
nota ufficiale dell’Ufficio Stampa per chiudere la vicenda, spiegando che “il
dibattito sulla eventuale presenza del premier spagnolo Josè Luis Zapatero in
Italia, in occasione della campagna elettorale del Partito Democratico, è privo
di fondamento, in quanto non è previsto alcun intervento in tal senso di
Zapatero nel nostro Paese”.

Un intervento deciso e quanto mai chiaro, sintomo
del fatto che la crisi che stava per aprirsi sarebbe stata davvero profonda e
che avrebbe rischiato di pesare molto sulla conta dei voti.

Tutto ciò guardando
anche ai sondaggi che circolano nelle stanze nobili del Pd e che confermano che
Berlusconi è sempre in testa ma soprattutto che il Cavaliere riesce ad attrarre
più voti cattolici rispetto al Pd. Tanto basta per creare appunto una miscela
esplosiva. Ma all’ombra dell’intervento chiarificatore di Veltroni rimangono
comunque i segni della tensione, perché per i cattolici del Pd l’incidente non
è chiuso. E soprattutto la partita è rimandata a quando si dovrà decidere la
collocazione del Pd in sede europea. Allora lo scontro non avrà mediazioni di
sorta. Non basterà una nota dell’ufficio stampa.

Lo fa prevedere già Pierluigi
Castagnetti animatore dell’associazione “I Popolari” che senza troppi giri di
parole era subito sbottato sull’eventuale arrivo del premier spagnolo, ribadendo
che “francamente non sento la necessità della presenza di Zapatero”. Per lui il
rischio di identificare la proposta elettorale del Pd “con gli interventi fatti
in materia di diritti civili su temi che in Italia non possono trovare analoga
soluzione”. Da qui la necessità di “precisare, contemporaneamente alla sua
venuta, che su materie come i matrimoni gay, non la pensiamo allo stesso modo”.

E non da
meno era stata la teodem Paola Binetti pronta a chiarire: “In questo momento
dare l’immagine di un Pd troppo vicino a Zapatero credo non sia opportuno”. Un
muro, quindi, che ha spinto Veltroni a non far precipitare la situazione. Intanto
nel Pd è scattata l’operazione di recupero dei consensi nel mondo cattolico.
Ieri il numero due del partito, Dario Franceschini, ha incontrato il presidente
della Cei Angelo Bagnasco mentre Ermete Realacci ha ricordato che “il Manifesto
dei Valori del Pd accanto alla laicità dello Stato riconosce che la fede deve
avere un ruolo pubblico e non solo privato”.

Basterà questo per recuperare le
simpatie dei cattolici? Al loft di Sant’Anastasia i cattolici non si fanno
grandi illusioni consapevoli che la vera partita non è quella del 13 e 14
aprile ma piuttosto quella europea. Allora si capirà la vera tenuta del
progetto Pd, della convivenza tra Margherita e Ds e verso quali lidi andrà il
partito guidato da Veltroni. Per ora basta una nota dell’ufficio stampa.