Pd-Pdl, tornano le “Convergenze parallele”
29 Marzo 2013
di redazione
Alfano e Letta aprono al governo istituzionale, passando la palla per l’ultima parola definitiva a Giorgio Napolitano. Pdl e Pd non governeranno insieme ma sembrano disponibili ad accettare un governo condiviso votando di volta in volta i provvedimenti utili, nuova legge elettorale per prima cosa.
Il fallimento dell’intesa con M5S spinge il Pd verso una qualche forma di compromesso con il centrodestra, un ossimoro, si direbbe, vista la distanza tra i due grandi partiti dello spettro politico italiano, e in effetti Eugenio Scalfari ha ritirato fuori le "convergenze parallele".
Due rette, Pd e Pdl, secondo la geometria euclidea sono prive di punti in comune, non si intersecheranno mai. Ma l’eredità delle "leggende" morotee permea i primi vagiti della Terza Repubblica, l’idea che quelle rette possano convergere su qualche punto in comune, pur nel rispetto delle relative differenze ideologiche. Puro politichese, diranno i grillini. Ma si sono tirati fuori in modo infantile e adesso lascino fare ai grandi.