Pd, possibile duello Renzi-Letta per la segreteria del partito

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Pd, possibile duello Renzi-Letta per la segreteria del partito

23 Marzo 2016

Matteo Renzi al congresso dei Giovani democratici, replicando alle critiche interne al Pd: «Mi dicono: ma tu governi coi voti del centrodestra? Già, perché abbiamo perso le elezioni l’altra volta. La prossima volta le vinceremo e non ci saranno. Conosco un metodo infallibile per non avere in maggioranza Alfano e Verdini: vincere le elezioni, cosa che nel 2013 non è accaduta». 

 

Per poi  aggiungere riferendosi anche alla direzione del Pd in programma: «Sembra si siano svegliati tutti insieme, ma Alfano e Verdini hanno votato la fiducia come era accaduto col governo Letta e il governo Monti. Mi resta l’ambizione di non discutere di piccole beghe ma di temi più grandi. Ma su questo facciamo i conti domani, non è questa la sede per parlarne». 

 

Ha poi toccato il tema il tema del referendum sulle trivelle su cui è in atto: «Che il Pd dia un’indicazione sul referendum sulle trivelle non significa che non ci sia la piena possibilità per chiunque, senza intervento della segreteria, di fare quel che crede. Ma non fatevi prendere in giro: non è un referendum sulle nuove trivelle, che hanno già la linea più dura d’Europa. È un referendum, del tutto legittimo, per bloccare impianti che funzionano. Io lo considero uno spreco».  

 

E ancora: «Le Regioni che hanno fatto questo quesito sulle trivelle sono di centrosinistra e di centrodestra. È il quesito di Zaia e Toti. Hanno chiesto che a un certo punto si dica basta. Per fare cosa? Non buttate 300 milioni per dare segnali. Pensate a quanti posti negli asili le Regioni avrebbero potuto fare con quei soldi…».  

 

Poi il premier annuncia la solita storia dei tagli alle tasse: «A fronte della deflazione, vale a dire la crisi che sta vivendo l’Europa, servono tre strumenti: uno è la politica monetaria, bravo Draghi la sta facendo; il secondo è una politica di investimenti e il terzo è il taglio delle tasse».  

 

La resa dei conti nel Pd è solo rinviata. La decisione all’ultimo momento di far slittare la Direzione prevista per questa mattina non risolve i problemi evidenziati da mesi di guerriglia da parte della minoranza di sinistra contro la maggioranza renziana è culminata nella richiesta di congresso anticipato. 

 

E ora che il cannoneggiamento sul quartier generale ha al suo attivo diverse provocazioni lanciate dall’ex segretario e dal suo vice dell’epoca i renziani cominciano a sospettare che l’arma segreta di Bersani e compagni sia candidare proprio Enrico Letta «come sfidante di Matteo» al prossimo congresso Pd. Appuntamento previsto per l’autunno 2017 che potrebbe essere anticipato di sei mesi, non però al 2016 come chiede la minoranza.