Pd, Renzi: “Meno risse interne”. D’Alema scalcia e Emiliano lancia il referendum
31 Gennaio 2017
“Capisco che gli addetti ai lavori si emozionino più per le leggi elettorali o le ricandidature. Ma oggi il destino dell’Italia passa soprattutto da chi in silenzio-sta provando a cambiarla”. Lo scrive Matteo Renzi, segretario Pd, in un post dedicato a Pompei. Pompei faceva notizia per i crolli, adesso fa notizia per i cantieri e per le mostre. Non è solo un luogo meraviglioso, ma è un simbolo delle potenzialità identitarie, turistiche e culturali del Mezzogiorno. Può sembrare paradossale ma Pompei è un luogo del futuro, non solo del passato. E chi dice che queste sono questioni tecniche, su cui la politica non deve scendere, dico che al contrario dovremmo occuparci un po’ meno di risse interne tra partiti e un pò più di identità e cultura. Perché i risultati di questi mesi dimostrano che la frase “Con la cultura non si mangia” è una delle frasi più sbagliate che un leader politico possa anche solo pensare”. Pompei diventa un pretesto, per l’ex premier, per polemizzare con il suo stesso partito ormai in subbuglio.
“Ci hanno usati e scartati nonostante tutti i servigi che resi nella battaglia contro Berlusconi”, si lamentano, intanto, i centristi. I renziani replicano più o meno con un ve la siete spassata al governo, occupando poltrone importanti da ministri e da sottosegretari, dunque il vostro bel tornaconto l’avete già incassato, cos’altro volete?
Quello che emerge più o meno con chiarezza è che la scissione, in qualche modo, si avvicina. O meglio, probabilmente arriverà quando Matteo Renzi chiederà elezioni senza cambiare prima la legge elettorale: “La reazione – promette Massimo D’Alema – dovrebbe essere quella di preparare un’altra lista a sinistra, che sicuramente supererà il 10% dei voti. Senza un congresso, sarà lui a rompere”. Quindi: l’ennesimo passo verso la frattura. Proprio nel giorno in cui Francesco Boccia, a nome di Michele Emiliano, lancia un referendum tra gli iscritti per un’assise anticipata, e pianifica una consultazione parallela sui social con un quesito fotocopia: “Non è meglio scegliere prima il segretario e poi tornare al voto?”.
Che Emiliano su facebook, descrive così: “A breve sarà online http://primailcongresso.it Da questa piattaforma partirà la nostra campagna per chiedere il Congresso del Partito Democratico al fine di riaprire un confronto ampio con i suoi iscritti e con il Paese e capire, prima dei nomi, quale sia il programma con cui intendiamo presentarci agli italiani. In queste ore in tanti stanno promuovendo raccolte firme sulle piattaforme online. Ringrazio tutti loro, ma penso che questo sia il momento di raccogliere firme autentiche, guardando negli occhi gli Italiani e chiedendo loro di essere i protagonisti del più grande processo di partecipazione che il nostro paese abbia mai visto. Iniziamo insieme questo percorso per consentire a tutti, anche a chi fino ad oggi non ha contato nulla, di disegnare la propria idea di Paese”.
Intanto secondo quanto rivelato ieri nel corso della puntata di Porta a Porta, nessun partito raggiungerebbe, al momento, la fatidica soglia del 40%. Quanto registrato dall’istituto Ipr mostra, infatti, il Pd e il Movimento 5 Stelle appaiati al 30%, la Lega ferma al 13%, Forza Italia al 12% (con 76 parlamentari), Fratelli d’Italia al 5% e Ncd al 3%. I risultati ottenuti dall’istituto Tecné non sono molto distanti da questi. Il movimento grillino risulterebbe il primo partito con il 30,5% dei consensi (e 194 seggi) mentre il Pd si fermerebbe al 29% (184 seggi). Lega e Forza Italia appaiate al 13% e Fratelli d’Italia sempre al 5%.