PD: settimana-clou, uniti su linea Veltroni o congresso
16 Giugno 2008
di redazione
Si apre una settimana decisiva per il Partito democratico che da oggi, con un vertice fra i tutti i big, affronterà la questione della collocazione europea e venerdì e sabato riunirà l’assemblea costituente per discutere della linea politica e del tipo di opposizione da fare al governo Berlusconi.
emi che hanno agitato le varie anime del partito, che hanno espresso posizioni distinte e spesso distanti dal segretario. Ma Walter Veltroni sembra deciso a ribadire la linea politica illustrata fin dal discorso di investitura del Lingotto e non esclude un congresso anticipato se questa linea continuerà ad essere messa in discussione. C’è poi la questione presidenza, Prodi non ha ceduto finora al pressing per ripensare alle sue dimissioni e non parteciperà all’assemblea, ma Rosy Bindi non rinuncia a presentare una mozione per respingerle.
Il segretario del Pd ha detto chiaramente qualche giorno fa a Napoli: "Se cambia l’idea di fondo del Pd, se viene messa in discussione e si pensa di tornare a Ds e Margherita allora serve un congresso", più esplicitamente gli uomini a lui più vicini, Giorgio Tonini ed Enrico Morando, lo invocano per evitare il logoramento quotidiano del Pd e della sua leadership. E dal Nazareno assicurano che il discorso che Veltroni pronuncerà alla Nuova Fiera di Roma venerdì sarà chiaro: se questa linea non piace, se non c’è una forte unità e se continuano le discussioni, le contrapposizioni sui giornali, allora si apre un problema di leadership, perchè la sua elezione era legata a quella linea a quell’idea di Pd.
Ieri la Bindi ha chiarito il senso della mozione che intende presentare all’Assemblea per respingere le dimissioni di Romano Prodi da presidente del partito: "Non è un fatto organizzativo ma politico – ha spiegato – non si può archiviare Prodi come uno qualunque perchè senza di lui il Pd oggi non ci sarebbe". Di qui l’ex ministro della Famiglia ha chiesto un’analisi seria della "profonda sconfitta" elettorale e una gestione più collegiale del partito che tenga conto della pluralità delle culture che lo compongono. Infine ha criticato l’analisi di chi pensa che il Pd abbia perso a causa dell’esperienza di governo e dell’alleanza con Prc. La discussione sulle alleanze è tornata a circolare anche tra gli esponenti di area dalemiana che si ritrovano intorno all’associazione dei parlamentari aderenti alla Fondazione Italianieuropei, basti pensare alle parole di Nicola Latorre che insieme a Pierluigi Bersani hanno partecipato alla giornata di riflessione organizzata da Fausto Bertinotti.
Dal Nazareno vengono respinte queste critiche sulle alleanze ricordando innanzi tutto che lo stesso D’Alema era d’accordo sull’andare da soli al voto e poi che se il Partito non guadagna consensi dall’elettorato di centrodestra non tornerà al governo. E’ utile mantenere un rapporto con la sinistra, ma non basta per vincere, tanto più che, spiegano, non abbiamo più a che fare con la sinistra radicale del 12% ma con quella del 3,8%. Metà Rifondazione poi è quella che festeggia per il no irlandese al Trattato europeo… insomma l’obiettivo deve essere governare non solo vincere le elezioni.
Veltroni si prepara insomma a chiedere unità sulla sua idea del partito ma è intenzionato a ribadire la validità delle scelte fatte finora, anche sul fronte dell’atteggiamento di dialogo verso la maggioranza. E in questa ottica stamane sarà ospite di Adolfo Urso alla fondazione FareFuturo per parlare del governo-ombra.
fonte: APCOM