Pd. Veltroni attacca: “No a scissioni. Recuperare l’orgoglio dell’identità”

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Pd. Veltroni attacca: “No a scissioni. Recuperare l’orgoglio dell’identità”

08 Maggio 2010

Nessuna ipotesi di scissione, perché "noi siamo quelli che credono di più" al progetto del Pd, ma è necessario un cambio di passo: il partito non può chiudersi nei "conservatorismi" e deve accettare la sfida "dell’innovazione e della conquista". Walter Veltroni infiamma la platea dell’assemblea di Area Democratica, attaccando la segreteria e tornando a proporre quelle vocazione maggioritaria senza la quale "il Pd non c’è".

Veltroni va all’attacco della linea Bersani sia sulle alleanze ("i comitati di liberazione nazionale anti-berlusconiani non funzionano"), sia sull’idea di un partito pesante che "è sbagliata in una società frastagliata". Basta caminetti, dice ancora, servono "organismi in cui discutere".

Il suo discorso parte da lontano, dall’Europa che sta crollando e da un momento storico che "è il più difficile nel quale la nostra generazione si trova a vivere". Per affrontarlo il Pd deve fare uno sforzo e puntare sul riformismo che può diventare maggioranza insieme alla salvaguardia dell’identità con la quale è nato il partito. L’esempio, caro all’ex segretario, è quello di Barak Obama, che, dopo che gli Stati Uniti avevano votato due volte Bush "non ha pensato ‘non vinceremo mai, ci dobbiamo alleare’ ma ha lanciato la sua sfida" ed è riuscito a "spostare milioni di voti", ed è quello che anche il Pd deve cercare di fare.

Obama lo ha fatto "in un anno e mezzo, il tempo nel quale Berlusconi ha fatto il legittimo impedimento". Gli attacchi al premier, in effetti, non mancano nel discorso con il quale Veltroni si guadagna una standing ovation della sala. "Non durerà tre anni", secondo Veltroni, perché è bravo a organizzare campagne elettorali più che a governare. E ancora, se fosse vero che ha ascoltato le telefonate Fassino-Consorte, si tratterebbe di un comportamento "oltre i confini della democrazia".

È soddisfatto Dario Franceschini che plaude a Veltroni e ribadisce che Area Dem chiede un cambio di passo "per amore verso il partito, non per minacciare una scissione". Anche se il suo braccio destro, Antonello Giacomelli, è pronto a rivendicare che "senza la passione di Dario non saremmo più qui a parlare di vocazione maggioritaria". Chiede unità anche Franco Marini intervenendo in mattinata. "Ora è il momento del coraggio e dell’unità", dice. Ma sottolinea anche la necessità che Area Democratica abbia più rappresentanza. Marini, con una metafora, dice anche no a un Papa straniero alla guida del centrosinistra. "Se agli alpini – è il suo esempio – si dice che in battaglia il colonnello lo fa un bersagliere, quelli gli sparano…".

A Cortona arriva anche Ignazio Marino che dice no a un partito a due velocità, "bradipo" nella società e "falco rapace" se c’è qualcosa da spartire (senza escludere Area Dem) e chiede primarie subito, a partire dalle prossime amministrative. E spunta anche un nuovo giovane in stile Serracchiani (mentre lei fa un intervento molto politico improntato sulla questione del nord): è il 23enne Andrea Valli che con candore dice "i nostri leader purtroppo non sono più credibili", serve innovazione, altrimenti "la nostra storia un senso non ce l’ha".