Pdl. Berlusconi: “Incrinare l’unità sarebbe un errore imperdonabile”
08 Maggio 2010
di redazione
"È stato grazie all’unità del nostro movimento che il governo ha avuto la forza necessaria per porre l’Italia al riparo dalla crisi economica. Incrinare l’unità del Popolo della Libertà per tornare alle ritualità della vecchia politica politicante sarebbe un errore imperdonabile. A questa prospettiva mi opporrò con tutte le forze". E’ quanto afferma il premier Silvio Berlusconi in un messaggio inviato a un convegno dedicato a don Gianni Baget Bozzo.
Berlusconi si oppone al ritorno "alle ritualità della vecchia politica politicante". "A nome di tutti gli italiani che amano la libertà, sento di poter dire, nel primo anniversario della scomparsa di don Gianni Baget Bozzo, che sono orgoglioso di onorare un grande uomo di fede e di cultura, ma anche un maestro unico e impareggiabile dei valori di libertà e di democrazia. Per me, il consigliere, l’amico e il confidente più ascoltato da quando sono sceso in campo", scrive Berlusconi al convegno ‘Don Gianni Baget Bozzo, tra impegno politico e profezia’, questa mattima al Teatro della Gioventù di Genova.
"Tra i suoi tanti originali e preziosi consigli, che mi trasmetteva con i suoi appunti quasi quotidiani e con i frequenti colloqui, alcuni conservano tuttora una validità assoluta", sottolinea. "La visione politica di don Gianni – ricorda il presidente del Consiglio – faceva perno sul popolo e sullo Stato. Un popolo di uomini liberi. Uno Stato dove tutte le forze politiche si riconoscono senza i veti di archi costituzionali o di altri strumenti di esclusione e di divisione".
"È stato con questi principi – sottolinea ancora – che don Gianni ha dato un grande contributo alla nascita prima di Forza Italia, e poi del Popolo della libertà, appoggiando la mia intuizione di dare vita ad un movimento capace di raccogliere e far rivivere sotto nuove forme la nostre migliore tradizione liberale, riformista, cattolica, socialista e repubblicana".
"Un soggetto politico – continua Berlusconi – non ideologico, ma con un programma concreto e costruito sulla base del consenso dei cittadini, un movimento capace di suscitare dal basso la volontà di un popolo di esprimersi direttamente nel governo". "Dunque, una democrazia basata finalmente sul consenso popolare, e non più sui veti ideologici e sulle esclusioni. È stato grazie alla forza di queste idee che il Popolo della libertà, da quando è nato, ha vinto tutte le competizioni elettorali. Ed è stato grazie all’unità del nostro movimento – insiste Berlusconi – che il governo ha avuto la forza necessaria per porre l’Italia al riparo dalla crisi economica". "Incrinare l’unità del Popolo della libertà per tornare alle ritualità della vecchia politica politicante sarebbe un errore imperdonabile. A questa prospettiva mi opporrò con tutte le forze, certo di interpretare – conclude il premier – il desiderio di quanti amano la libertà e la democrazia, e di onorare così la memoria di un grande italiano come don Gianni".