Pdl e Pd alle prese con Grillo che prende Parma. Segnale ‘sinistro’ per Bersani da Genova e Palermo

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Pdl e Pd alle prese con Grillo che prende Parma. Segnale ‘sinistro’ per Bersani da Genova e Palermo

22 Maggio 2012

Anzitutto, l’affluenza: 54%, in calo di 13 punti rispetto al primo turno. Un dato a dir poco allarmante: quasi un italiano su due ha optato per l’astensione. In secondo luogo, i risultati dei ballottaggi. Nessun testa a testa e dati, in certi casi, a dir poco sorprendenti. Il maggiore proviene senza alcun dubbio dall’exploit del Movimento 5 Stelle a Parma. Il candidato grillino, Federico Pizzarotti, è il nuovo sindaco con il 60% dei voti contro il 40% del candidato del centro-sinistra, Vincenzo Bernazzoli. Un boom in piena regola, un campanello d’allarme per i partiti tradizionali letteralmente travolti dall’onda anomala del Movimento del (ormai ex) comico genovese. Al riguardo, si consideri un dato: il candidato del centro-sinistra, dal primo turno al ballottaggio, è passato da 34mila a 24mila preferenze, quello del Movimento 5 Stelle, invece, da 17mila a 36mila, raddoppiando così i suoi consensi.

Non solo Parma. A Genova, a vincere con il 60% dei voti è Marco Doria (Sel, centro-sinistra), a scapito di Enrico Musso, candidato del Terzo Polo. A Palermo, invece, trionfo per Leoluca Orlando (Idv): 72,5% contro il 27,5 del candidato ‘ufficiale’ del Pd, Fabrizio Ferrandelli, uscito vincitore delle primarie di coalizione dello scorso Febbraio.

I dati dei due capoluoghi, evidentemente, rappresentano una sconfitta per la segreteria piddina di Pierluigi Bersani. Nel caso genovese, occorre ricondurla tutta alle primarie di coalizione, anch’esse, come a Palermo, tenutesi nel mese di Febbraio. Doria, infatti, le vinse a discapito dei due candidati del Partito democratico: il sindaco uscente Marta Vincenzi e Roberta Pinotti, democrat di ‘Area democratica’, la corrente ‘franceschiniana’ del Pd.

A Palermo, invece, non si tratta esclusivamente di prendere atto della sconfitta del candidato ‘bersaniano’ alle primarie, Rita Borsellino. Il segretario del Partito democratico, infatti, è come se avesse perso anche le elezioni, quelle vere. Leoluca Orlando, candidatosi a sindaco nonostante l’esito delle primarie di coalizione avesse incoronato Ferrandelli, ha sparigliato l’intero elettorato del centro-sinistra, accorso in massa alle urne per decretarne l’elezione. Sebbene Bersani si sia affrettato a rivendicare la vittoria, i casi di Palermo e Genova (e di Parma) dovranno quindi necessariamente aprire una seria riflessione all’interno del Pd.

Se Atene piange Sparta non ride di certo, anzi. Anche il risultato del Popolo della libertà appare fortemente al di sotto delle aspettative. Un andazzo preoccupante, tuttavia già compreso da molti esponenti del Partito. E’ il vice-capogruppo alla Camera Osvaldo Napoli a tracciare le mosse del Pdl per il prossimo futuro: “Il Pdl deve iniziare da oggi la sua traversata nel deserto. Chiunque pensasse di minimizzare, negare o addirittura occultare la sconfitta non vuole il bene del Pdl. Cambiare il nome e altre consimili iniziative mi sembra tempo perso, roba da tricoteuses che sferruzzano davanti alla ghigliottina elettorale. I partiti nascono e muoiono in ragione della loro visione delle istituzioni e dell’idea di Paese che sanno incarnare. Questo è quel che deve fare e sta facendo il segretario Alfano – ha proseguito Napoli -. Da oggi lo faccia con ancora maggiore convinzione e determinazione. Bisogna ritornare al territorio e agli uomini che lo rappresentano e che godono della stima e del consenso degli elettori. I ballottaggi hanno premiato la sinistra radicale e Grillo. Il Pd è poco più di un’anima vagante, messo assai peggio del Pdl. Noi abbiamo perso contro i nostri avversari. Il Pd è stato umiliato dai suoi alleati. E’ semplicemente morto”, ha concluso il vice-capogruppo Pdl alla Camera.

Il risultato del partito preoccupa, e non poco, anche l’ex ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini per la quale "il Pdl paga l’astensione che colpisce tutte le forze, in particolare il centrodestra paga l’appoggio alla politica economica del governo Monti. Oggi non si vede luce in fondo al tunnel e prevale scoramento. Noi siamo convinti che oggi non ci sia alternativa, è chiaro però che il nostro appoggio al governo sarà sempre di più critico e propositivo”.

Infine, in forte calo anche la Lega. Non pervenuto il Terzo Polo, sebbene  il vice-presidente di Fli Italo Bocchino si sia speso per affermarne il "rafforzamento". Ma Casini ha già deciso per tutti: via Twitter.