“Pdl e Udc insieme per vincere”

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“Pdl e Udc insieme per vincere”

“Pdl e Udc insieme per vincere”

10 Maggio 2012

La batosta è forte. E ricostruire il consenso che fu non è per niente scontato per il Pdl. Ma la sfida almeno è localizzata: è tutta al centro, in quell’area dei moderati che rappresenta la maggioranza del Paese e che ha espresso il numero più alto di astenuti alle ultime amministrative. Gaetano Quagliariello, vicepresidente dei senatori Pdl, ne è convinto e lancia un invito a Casini, per non consegnare il governo del Paese alla sinistra.

Il Pdl si è suicidato o è stato ucciso?
Né omicidio né suicidio, anche perché il Pdl è vivo e vegeto. Sconta il sostegno al governo, perché l’esecutivo è impopolare presso il nostro elettorato e perché questo atto di responsabilità ha comportato la perdita dell’alleanza con la Lega. Con simili premesse, nessuno poteva pensare a una vittoria del Pdl e anzi la performance è stata migliore di quanto ci si sarebbe potuto aspettare.

In molte realtà siete andati sotto il 10%. Di qualcuno sarà pure la colpa.
Non ci sono colpe perché non c’è stato un risultato sproporzionato rispetto al contesto e alle realistiche aspettative. Il Pdl ha lavorato al meglio in una condizione estremamente difficile.

Avete però le batterie scariche.
Non è solo il Pdl a dover ricaricare le batterie: deve farlo tutta la politica se non vuole essere spazzata via. La priorità sono le riforme, a cominciare da quella che riguarda i partiti stessi.

Alfano aveva annunciato una grande rivoluzione prima delle elezioni. C’è? O è come le V2 di Von Braun che non hanno mai visto la luce?
Saranno Alfano e Berlusconi a parlarne nei tempi e nei modi che riterranno opportuni. Di certo, i segnali di rinnovamento di cui il Pdl sta dando prova più di altri partiti testimoniano che è in atto un’operazione molto seria e importante.

La Lega da sola è crollata. Ipotesi di riavvicinamento?
A separarci dalla Lega è stata una scelta non irrilevante, come quella sul sostegno al governo. Fondamentale sarà capire l’evoluzione del quadro politico, soprattutto sul versante moderato. Realisticamente quella con la Lega non è una frattura che si ricompone in un giorno, ma in politica mai dire mai.

Un terzo degli astenuti votava centrodestra, in cosa li avete delusi?
In parte si tratta di una disaffezione alla politica che riguarda noi come gli altri; in parte si tratta di elettori che non avevano una prospettiva di vittoria, soprattutto al Nord, per la rottura dell’alleanza con la Lega; in parte hanno vissuto come un tradimento il nostro voto a misure in contrasto con la linea del centrodestra. Basti pensare all’Imu sulla prima casa, che infatti stiamo cercando di correggere fino a eliminarla già nel prossimo futuro. La nostra prima sfida sarà riconquistare chi per sfiducia non ha votato.

Non è da struzzi dire che è andata male perché penalizzati dall’appoggio al governo Monti? Siete stati il governo fino a pochi mesi fa.
É la valutazione concorde e oggettiva di chiunque in queste settimane abbia ascoltato gli umori e il sentimento dell’elettorato. La consapevolezza del disagio dei cittadini rende più dolorosa la nostra scelta di responsabilità verso il Paese, e ciò dovrebbe indurre il governo a darci maggiore ascolto.

Il ceto moderato, che pure è maggioranza nel paese, si sente orfano di rappresentanza.
In Italia il popolo moderato ha trovato rappresentanza compiuta grazie alla discesa in campo di Silvio Berlusconi, con Forza Italia prima e con il Pdl poi. La proposta politica e il radicamento sociale del Pdl, che una lettura approfondita dei dati delle amministrative conferma e non smentisce, non possono essere rimpiazzati. Quel che è auspicabile che accada è che la formula si allarghi, ma se ciò avverrà sarà grazie al Pdl, con il Pdl e non a scapito del Pdl.

Che vuole dire? Puntate all’Udc?
Il problema non è il rapporto con l’Udc ma formulare una proposta che sia in grado di unire l’elettorato moderato ed evitare così che a causa delle divisioni un fronte maggioritario consegni il governo alla sinistra. Dalle sue ultime affermazioni, mi sembra che sia d’accordo anche Pier Ferdinando Casini.

Si torna a parlare di elezioni anticipate. Voi ci state pensando?
Non c’è dubbio che nell’immediato la caduta del governo aiuterebbe il Pdl ad aumentare il proprio consenso. Ma la tempesta internazionale è tutt’altro che finita, e quel vantaggio momentaneo potrebbe tradursi, per le possibili conseguenze sui mercati, nella responsabilità di aver messo a rischio la tenuta dell’Italia. La pagheremmo cara, noi insieme al Paese.

(tratto da Italia Oggi)