Pdl e Udc, ultime ore per le intese. Con gli occhi puntati sulla Sicilia
14 Febbraio 2008
L’Udc correrà da sola con Pierferdinando Casini candidato premier. La decisione finale è stata presa oggi dalla Direzione nazionale riunita proprio per decidere il futuro del partito alle prossime elezioni del 13 e 14 aprile.
Una scelta fatta all’unanimità che sembra ormai aver chiuso qualsiasi possibilità che il centrodestra si presenti unito alle elezioni. Un esito scontato anche se Casini si è dato ancora un paio di ore di tempo “perché sia chiaro che la volontà di dividere questo popolo non è di chi conserva l’orgoglio della propria storia e identità, ma di chi pretende l’immissione forzata nel proprio partito scegliendo nella Lega l’alleato unico e preferenziale e realizzando così una vera e propria mutazione genetica dell’alleanza”.
Pausa di riflessione che quindi non porterà ad uno sblocco della situazione. Casini dovrebbe parlarne direttamente stasera con Berlusconi per telefono ma i toni ed i contenuti della discussione da ambo le parti dovrebbero essere gli stessi di questa mattina. Una mattinata che è iniziata con l’invito del Cavaliere dagli schermi di “UnoMattina” a “mettere da parte il simbolo solo per la campagna elettorale” precisando poi che “con Casini le porte restano aperte, spalancate”.
Porte che poco dopo il leader dell’Udc si è premurato di socchiudere puntando il dito contro l’ex premier e ricordandogli che “quando quattordici anni fa nacque il Polo delle libertà al quale siamo rimasti fedeli sempre, nella buona e nella cattiva sorte, non avremmo mai pensato un giorno di rinnegare i nostri valori e le nostre radici per avere cittadinanza in quest’area politica”. Un j’accuse che non ha risparmiato critiche al PdL visto da Casini come “un listone così composito da comprendere Mastella e Fini, la Mussolini e Lamberto Dini, Capezzone e Giovanardi” e che lo stesso ex presidente della Camera dubita “possa aiutare la governabilità del Paese o contribuire alla serietà della politica”.
Animi tesi, quindi, che riflettono anche la concitazione degli incontri che si stanno susseguendo. La priorità, infatti, adesso è quella di definire le alleanze.
La partita in Sicilia, in particolare, sta diventando sempre più dura: Udc e PdL si fronteggiano in vista non solo delle politiche ma anche delle stesse regionali. In palio i consensi nella regione che alla fine potrebbe risultare decisivi per gli equilibri politici al Senato. Partita che così si riverbera su Raffaele Lombardo, leader del Movimento per l’Autonomia, che ha deciso di candidarsi alla guida della Regione e che è oggetto di un serrato corteggiamento da entrambe le parti. In mattinata ha avuto un incontro con il Cavaliere al quale ha fatto poi seguito un altro con Totò Cuffaro, plenipotenziario di Casini in Sicilia. E proprio da lui è giunto l’annuncio che il leader autonomista avrà il sostegno dell’Udc per le elezioni. Un appoggio che però non ha mutato la posizione di Lombardo che invece ha spiegato: “Noi non rinunciamo a comparire sulla scheda anche a costo di presentarci fuori dagli schieramenti. Se non ci si allea a livello nazionale è impossibile farlo a livello locale”. Quindi per il momento nessun accordo.
Profumo di intesa invece l’Udc inizia a sentirlo con gli ex amici Tabacci e Baccini unitisi con Savino Pezzotta nella Rosa Bianca. E proprio l’ex leader della Cisl ha lanciato messaggi a Casini spiegando che “noi siamo sempre disponibili al confronto” ponendo però una pregiudiziale visto che “non ci piace se contemporaneamente discutono con altri”. Chiaro il riferimento a che l’Udc faccia una scelta di campo chiudendo ogni trattativa con il PdL.
Ma nel complesso mosaico centrista sta per inserire una propria tessera anche Clemente Mastella che da sabato scorso, dopo il Consiglio nazionale, aveva evitato uscite pubbliche. Un atteggiamento dettato dalla prudenza ma anche dalle trattative con il PdL che però da giorni starebbero in una fase di stallo.
Ecco che allora alla vigilia della riunione di domani dell’Ufficio politico il leader di Ceppaloni annuncia che “verrà avanzata la proposta di presentarsi alle prossime elezioni politiche, alla Camera e in particolare al Senato, da soli o con quanti condividono gli stessi ideali politici e di libertà”. Un segnale lanciato a quanti in questo momento hanno deciso di correre al centro dello schieramento politico e che potrebbe aprire nuove prospettive.
Ma intanto i sondaggi continuano a premiare il PdL anche senza Udc dandogli la maggioranza dei consensi con punte oltre il 50 per cento. Percentuali su cui gli uomini di Casini continuano a riflettere temendo di ritrovarsi nella prossima legislatura a rivestire un ruolo solo da comparsa.