Pdl in conclave coi rebus amministrative e il ‘piano’ di Casini
19 Febbraio 2012
Nodi ingarbugliati. Il caso delle tessere sospette, i candidati alle amministrative e le grandi manovre di Casini in chiave 2013. Tocca al Cav. dipanare la matassa e oggi proverà a farlo nel vertice coi suoi. Il momento non è dei migliori, come l’umore nei ranghi del partito alla ricerca di un equilibrio interno permanente e, fuori, a fronteggiare quella che in molti temono come un’Opa di Casini sull’elettorato moderato. E pidiellino.
Sulle vicende delle tessere sospette Alfano dovuto mettere una pezza sopra ribadendo la trasparenza dell’iter, il rigore nei controlli e accelerando l’agenda congressuale per arrivare alla vigilia delle amministrative senza ulteriori contraccolpi. Episodi marginali per un partito con oltre un milione di iscritti – è il ragionamento di fondo – certo, da non sottovalutare ma neanche da sopravvalutare. Non è difficile ritenere che in alcuni casi si possano essere giocate guerre sotterranee tra dirigenti locali del partito; sia per riaffermare un certo ‘potere’ territoriale da spendere coi vertici nazionali a tesseramento chiuso (della serie chi fa più tessere conta di più), sia per innestare una successiva resa dei conti congressuale tra i sostenitori di candidati in competizione. E i bene informati parlano di un Berlusconi fortemente irritato per la vicenda in sé e soprattutto per le polemiche e i veleni (interni) che sta alimentando.
Il nodo amministrative non è da meno. Da Berlusconi sono attesi anche la presidente della Regione Lazio Renata Polverini e il sindaco di Roma Gianni Alemanno. Nel primo caso, il governatore dovrebbe discutere del ruolo da giocare con le liste della sua Fondazione Città Nuove. E che la Polverini intenda giocare un ruolo, è risultato evidente a chi partecipando all’inaugurazione di una sede della fondazione a Ladispoli, ha preso nota dei ‘paletti’ che in qualche modo intende fissare, da subito, col Pdl. Uno su tutti: ‘investirà’ il peso elettorale delle sue liste solo dove ci saranno candidati certi e sostenuti con convinzione, non nel caso di nomi dietro ai quali si consumano rese dei conti o guerre sotterranee a livello locale.
Un argomento, quelle delle liste civiche, che sta nell’elenco dei nodi da sciogliere al vertice col Cav. Il Pdl sarebbe tentato in alcuni casi di farvi ricorso, anche come deterrente ai timori di sconfitta ma è un’ipotesi tutta da verificare e discutere.
Con Berlusconi, Alemanno dovrebbe parlare dell’ultimo scorcio della sua consiliatura in Campidoglio. Nel partito, specie nelle file ex aenne, si dà per certa la ricandidatura e tuttavia – si dice – c’è bisogno di un rilancio dell’azione del governo cittadino per arrivare al traguardo del 2013 con un vaucher più robusto per il bis. I rumors capitolini parlano di un rimpasto di giunta a breve, ma è facile ritenere che il sindaco di Roma affronterà col Cav. anche temi che incrociano il livello nazionale; liberalizzazioni in testa perché col governo ‘tecnico’ a Palazzo Chigi, la sponda parlamentare del Pdl oggi diventa fondamentale per una partita tanto delicata.
Nel test elettorale di maggio, i riflettori sono puntati su cinque città, da molti ritenute strategiche per gli assetti politici futuri, visto che il Terzo Polo ha già deciso di correre compatto: Palermo, Genova, Verona, L’Aquila e Lecce. Proprio in Sicilia il movimentismo di Casini in pressing su Miccichè che non vuole apparentarsi con il Pdl – in prima battuta orientato a sostenere un nome sul quale convergono Udc, Fli, Api e Mpa – e minaccia di correre da solo.
Già, Casini. Che da Roma tesse già la tela per il 2013. Quelle frasi “voglio essere il leader di un partito di maggioranza” o “dopo Monti nulla sarà come prima nel quadro politico” pronunciate qualche giorno fa pubblicamente, sono rimaste nelle orecchie di molti pidiellini che temono l’arrembaggio del leader centrista all’elettorato moderato, soprattutto dopo il ‘de profundis’ recitato da Calderoli all’alleanza col Pdl : “E’ morta e sepolta”. Il ‘piano’ di Casini poi – secondo alcuni – potrebbe avere in controluce (per ora) l’idea di uno schieramento che si intesti l’eredità del governo Monti e magari con alcuni suoi ministri si presenti alla sfida del 2013. Idea tesa a sparigliare il tavolo. Anche per questo, Pdl e Pd ( al quale il leader centrista chiede di stracciare la foto di Vasto) sanno di dover attrezzarsi. In fretta.