Pdl in piazza a Roma ma non stacchiamo la spina a Letta
04 Agosto 2013
In questi giorni nel centro destra tutti si chiedono: cosa fare di fronte alla sentenza della Cassazione? La breve analisi che proponiamo può riassumersi in una formula: "se la magistratura ha fatto politica,a mostrando un inconsueto accanimento giudiziario nei confronti dell’imprenditore milanese, a sua volta la politica non deve farsi condizionare dalle invasioni di campo della magistratura, ma deve mantenere un alto profilo riformatore".
Perciò, è inutile piangere sul latte versato (la riforma della magistratura sempre promessa e mai fatta negli anni del governo), è inutile recriminare su quello che poteva accadere e non è avvenuto (lo slittamento del processo che era prevedibile), ma occorre concentrarsi su quello che i principali attori politici possono fare oggi.
Quanto a Berlusconi (e questa è una valutazione politica non un consiglio personale) deve capitalizzare politicamente la persecuzione subita, accettando serenamente l’ingiusta condanna, dimettendosi subito da parlamentare e scegliendo la pena che più possa sottolineare la situazione assurda che si trova a vivere. Lo che questo è più facile a dirsi che a farsi, ma è in questi frangenti che si misura la caratura di un uomo di stato.
Quanto al PdL deve respingere la tentazione di staccare la spina al governo, perché quasi sicuramente questo non porterebbe ad elezioni anticipate, ma a un nuovo governo senza il PdL e a un nuovo presidente frutto di una maggioranza diversa da quella che, la scorsa primavera, ha rieletto Napolitano.
Peraltro non bisogna dimenticare che non c’è solo la magistratura politicizzata da contenere, ma che altri pericoli incombono sulla democrazia italiana. Il trasformismo in primo luogo, cioè il rischio che, in mancanza di una stabilizzazione del quadro politico si torni a un assemblearismo vischioso, foriero di instabilità governativa e di immobilismo operativo.
Il rinnovato sostegno a Letta va accompagnato da alcune richieste precise in tema di assetti dello stato. Bisogna accorciare i tempi per la riforma costituzionale, concentrandosi su quello che è più urgente: il superamento del bicameralismo paritario, fissando uno scadenzario serrato per questo pezzo di modifica (referendum confermativo compreso).
Al tempo stesso occorre contrattare un compromesso accettabile sulla legge elettorale (per una sola camera). Anche il "Mattarellum" senza scorporo e con l’indicazione del premier sulla scheda può andare bene. A quel punto si potrà tornare alle urne sapendo che si è fatto un passo significativo per riformare le istituzioni e per pacificare l’ammorbante clima politico di questi anni.