Pdl: nel programma elezione diretta del premier
22 Febbraio 2008
di redazione
Elezione diretta di un premier forte. Un
federalismo basato sul Senato delle Regioni e una “ridefinizione
delle materie esclusive finalizzata alla riduzione dei
conflitti”.
Una modifica dei regolamenti parlamentari che
consenta di “rafforzare” sia il governo che l’opposizione in
Parlamento e di superare “la frammentazione dei gruppi
parlamentari”. Ma anche “semplificazione delle leggi e dei
procedimenti amministrativi” attraverso la “modifica del sistema
delle Conferenza dei servizi”, la “semplificazione normativa” e
il “ridimensionamento delle Autorità indipendenti”. Nel Pdl si
continua a lavorare alla definizione del programma, ma questo è
il ‘canovaccio’ per quanto riguarda le riforme istituzionali e
non.
Il testo definitivo sarà composto da dieci punti e presentato la
prossima settimana dopo essere stato ‘definito’ dalla cosiddetta
‘Officina del Programma’ composta da Giulio Tremonti e Aldo
Brancher per Forza Italia, Maurizio Gasparri e Gianni Alemanno
per An, Roberto Maroni e Roberto Calderoli per la Lega. ToccherÃ
a loro mettere nero su bianco il ‘decalogo’ che poi dovrà avere
il placet definitivo di Berlusconi, Fini e Bossi. Ma intanto sono
al lavoro i think tank del Pdl (Magna Carta, Ircocervo, Free e
Fare Futuro) che stanno producendo il materiale e le proposte che
confluiranno, in sintesi, nel programma.
Il premier forte è l’obiettivo minimo, perché nel Pdl ci sono
anche spinte verso una riforma in senso più strettamente
presidenzialista. La figura del premier forte andrebbe realizzata
attraverso “l’elezione popolare diretta del primo ministro” in
cui “la sfiducia o le dimissioni del premier apriranno la strada
allo scioglimento anticipato del Parlamento e a nuove elezioni”.
Tale regola, si precisa, avrà due eccezioni: quando la stessa
maggioranza di cui il premier è espressione lo sostituisca entro
un breve lasso di tempo con un nuovo primo ministro e quando “a
seguito di una crisi sia investito della fiducia un governo
appoggiato dalla quasi totalità delle forze” sul modello dei
‘governi di unità nazionale’. Al premier viene attribuita la
facoltà di nominare e revocare i ministri e sciogliere
anticipatamente le Camere. Tra le novità , l’introduzione del
sistema del ‘voto bloccato’, che consente al governo di chiedere
al Parlamento di approvare in blocco una sua proposta senza
ricorrere a modifiche. Si prevede anche un “rafforzamento del
metodo del contingentamento dei tempi”.