Pdl, niente passi falsi dopo la condanna del Cav.
02 Agosto 2013
di Ronin
Dopo la condanna inflitta dalla Cassazione a Silvio Berlusconi, proviamo a immaginare cosa avrà pensato stanotte un pezzo del Pdl: l’autunno caldo si avvicina, il governo è stato indebolito dalla sentenza contro il Cav., Letta dovrebbe fiondarsi in Europa a rinegoziare il fiscal compact e invece bene che vada riuscirà a non far pagare l’Imu sulla prima casa e a non alzare l’Iva.
Continuamo a immaginare: le riforme sono importanti ma potrebbero slittare perché, se si resta appiccicati al Pd che adesso alzerà la posta nell’esecutivo, perderemo elettori e consensi. Quando si tornerà alle urne – in certi ambienti trasversali il ritorno al voto da qui a ottobre viene dato per scontato – saremo più deboli e meno motivati di adesso. E anche se non ci si tornasse, al voto, qualsiasi formula sostitutiva a Letta reggerebbe poco.
Molte di queste considerazioni non sono balzane, anzi, ma è questa sfiducia radicaleggiante verso le larghe intese che appare pericolosa. Il movimento 5 Stelle infatti ha ripreso a crescere nei sondaggi e Grillo si bea alla notizia della condanna. Un Pd indebolito che invece scende nel gradimento e perde pezzi della sua costituency storica (l’intervista di De Gregori al Corriere), qualsiasi leader scelga, ricadrebbe nella tentazione bersaniana del patto scellerato con i grilli. In tal caso, e sempre che i 5 Stelle abbiano imparato la lezione, il centro moderato e liberale non riuscerà ad arginare le estreme.
E’ vero che fino adesso in materia economica il Governo non ha fatto cose straordinarie, ma quello che ha fatto, o ha promesso di fare, potrebbe bastare per "superare la nottata" e aspettare questa benedetta ripresa di fine anno. Per non dire di bazeccole come gli F35, le nozze gay, l’eliminazione del reato di clandestinità, tutti scenari che se avessimo avuto al governo la coppia Bersani Vendola ora saremmo a lì a leccarci le ferite. Forse Letta non ha la forza o il carisma o i numeri per rinegoziare il fiscal compact ma non si può dire certo che fino adesso in Europa abbia sbagliato qualcosa.
Infine ci sono le riforme costituzionali, un’occasione da non lasciarsi sfuggire visto che per una volta i due grandi partiti rivali, Pdl e Pd, hanno deciso di prendere delle decisioni condivise. Chi disprezza il processo costituente guarda all’oggi, ma si dimentica del domani.
Berlusconi dopo la sentenza ha lanciato un breve videomessaggio, dicendo che c’è stato sì accanimento dei giudici ma lui resta in campo. Una parte della magistratura, ha spiegato, continua ad essere irresponsabile. Non ha detto che continua a sostenere Letta. Ma neanche che ha deciso di scaricarlo. Noi continuiamo a credere che, se Berlusconi e il Governo restassero al loro posto, il Cav. avrebbe più tempo per riorganizzare la "giovane Forza Italia". Aspettiamo prima di dire che al Pdl questo Governo non è servito e intanto lasciamolo lavorare.