Pdl non cadere nella trappola di Epifani

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Pdl non cadere nella trappola di Epifani

20 Agosto 2013

"Sono preoccupato per il Paese. Sono preoccupato che una crisi possa fare arretrare il Paese e soprattutto vanificare gli sforzi che hanno fatto i cittadini, che sono quelli che hanno pagato di più i costi della crisi". Questa dichiarazione di Guglielmo Epifani al Fatto Quotidiano fa capire, bene, quale sarebbe il rischio per il Pdl di passare dalla parte del torto, per così dire. La strategia del Pd si sta chiarendo. Da una parte la incrollabile decisione di votare la decadenza di Silvio Berlusconi (vedremo se sarà così incrollabile come per l’elezione di Prodi a presidente della Repubblica), dall’altra addossare al Pdl la responsabilità della crisi se il Governo cadesse. Tanto più che il premier ha detto chiaramente che non è sua intenzione entrare nel dibattito sul voto della Giunta o, come gli era stato chiesto da eponenti del Pdl, esercitando una qualche forma di pressione sul suo partito (si poteva immaginare il contrario?). Così il Pd spera di raccogliere consenso, negando iprocritamente spazio di manovra al leader della opposizione, seminando zizzania nel Pdl, e autocertificandosi ancora una volta come l’unica forza responsabile in grado di guidare il Paese. Dicevamo dei rischi per il Pdl. Lo strappo già annunciato da una parte del partito per settembre, la promessa di rovesciare subito il tavolo, le richieste fatte al Capo dello Stato e a Letta, quel punzecchiare quasi quotidiano i ministri azzurri del Governo, tutto questo in qualche modo sembra favorire il gioco della sinistra. Quando invece oggi scopriamo che l’Imu sulla prima casa, ditelo come più vi aggrada, per adesso non la pagheremo. Solo per fare un esempio dei risultati ottenuti dal Pdl che potrebbero essere utilizzati al momento giusto quando si tratterà di fare i conti sull’azione di Governo. Non si tratta di restare supini rispetto al Pd ma di far valere, ancora una volta, anche la propria patente di forza di governo e i risultati ottenuti rispetto al programma elettorale. Questo governo nasce da una responsabilità condivisa e non sarebbe né giusto né utile lasciare che il Pd se ne prendesse tutto il merito. Delle contraddizioni e del Congresso permanente del Pd quando ne iniziamo a parlare?