Pechino 2008: Cio tace sul Tibet
19 Marzo 2008
di redazione
Il presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Jacques Rogge, ha rifiutato di commentare la situazione del Tibet nel corso dell’ultima tappa del suo tour caraibico di sei giorni.
Alle Barbados, ieri, Rogge ha evitato le domande sulle violenze in Tibet, per poi rifiutare di incontrare i cronisti locali durante una serie di eventi pubblici a Bridgetown. Ieri il premier cinese Wen Jiabao aveva accusato i sostenitori del Dalai Lama di avere cercato scontri con le forze armate di Pechino nel quadro di un tentato sabotaggio delle Olimpiadi pechinesi al via l’8 agosto. Il Cio fino a questo momento ha evitato di entrare in questioni politiche, prendendo le distanze, per voce del suo presidente, da qualsiasi ipotesi di boicottaggio nei confronti della Cina e delle Olimpiadi di Pechino.
Il Comitato Olimpico di Rogge è stato esortato a prendere una posizione sulla crisi tibetana – e sulla questione dei diritti umani in Cina – da due campioni del nuoto, l’olandese Pieter van den Hoogenban ed il sudafricano Roland Schoeman, nonché da Luciano Barra, numero due delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006. La protesta dei tibetani, la più dura contro il potere di Pechino da circa due decenni, è stata duramente repressa dalla polizia cinese che ha fornito un bilancio di 16 morti e di decine di feriti. Il governo tibetano in esilio parla invece di “genocidio” e di oltre 80 morti.
fonte: APCOM