Pechino: è l”inquinamento il vero nemico degli atleti

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Pechino: è l”inquinamento il vero nemico degli atleti

26 Settembre 2007

Pechino 2008, -317. Si respira un’aria pesante, nella Capitale sulla strada dei Giochi. L’inquinamento da polveri sottili si mantiene a livelli da record. Lo ammettono, tra le righe, gli stessi comunicati della misuratissima SEPA (Agenzia governativa per la protezione ambientale): negli ultimi due mesi la concentrazione di PM10 si è diradata in due sole occasioni. Entrambe le circostanze, guarda caso, contestuali alla presenza in città di osservatori internazionali.

Atto primo, mercoledì 8 agosto: piazza Tienanmen ospita una fastosa e blindatissima cerimonia ufficiale, per celebrare l’inizio dell’anno preolimpico. Serata di parole d’autorità e fuochi d’artificio, dopo un pomeriggio imprevedibilmente soleggiato. Quel giorno, più di uno spettatore sfida il divieto stabilito dall’Ufficio per il civismo, che non permette di passeggiare con l’ombelico di fuori. Tanti, eccezionalmente, cedono alla tentazione di contravvenire alla regola, straccio d’una volta che la tintarella è possibile, e nondimeno sicura. Appena ventiquattr’ore prima, le orecchie degli stessi (discinti) trasgressori hanno udito l’eco di una serie d’esplosioni chimiche, sparate al cielo plumbeo di sempre. “Sarà che i Cinque cerchi vogliono i raggi”, si spiegano infine il repentino cambiamento climatico, gli stessi accaldati di nuovo in sella a vecchie biciclette. La municipalità ha imposto loro di lasciare a casa l’automobile. Complice la sospensione di alcune attività industriali, il grande evento di quelle ore diventa lo spettacolo delle nuvole che si diradano, restituendo all’atmosfera una parvenza di sana normalità. Una parvenza, appunto.

Secondo atto, venerdì 17 – martedì 21 agosto: i taxi con a bordo gli inviati CIO e Comitato paralimpico viaggiano liberamente nel traffico cittadino, reso scorrevole dalla circolazione a targhe alterne. Un provvedimento senza precedenti, nella vasta area metropolitana tra i monti Jundu e il Grande Canale. La mobilità e il decoro urbano ne guadagnano parecchio, registrano subito i primi dati raccolti (percorrenza delle tratte più battute, quantità d’accumulo dei rifiuti, concentrazione dello smog). Al contrario e in seconda battuta, migliaia di commercianti ci perdono invece gran tempo e denaro. Non si contano, di conseguenza, gli atti di protesta e le rimostranze ufficiali manifestate alla polizia e alle autorità, accusati di non avere comunicato con anticipo le precise modalità d’esecuzione dell’ordinanza. In Rete monta l’onda lunga della polemica, allargata alla questione dei diritti alla libertà di parola e di partecipazione. Anonimi ricercatori fanno poi notare qualche incongruenza tra le scarne cifre rese note, giusto per quantificare lo sforzo prodotto dagli organizzatori, per una Pechino pulita e vivibile. Perché la consegna del silenzio, sulle rilevazioni effettuate lunedì 20? Riportavano forse livelli di PM10 ancora troppo alti, e dunque impresentabili alla commissione dei valutatori esterni?

Più recentemente, il presidente del CIO Jacques Rogge ha messo da parte la sua proverbiale diplomazia: «Esiste la concreta possibilità che le gare di maratona, marcia e ciclismo su strada vengano rinviate fino a quando non si presentino condizioni atmosferiche accettabili, idonee alla pratica sportiva, nel rispetto e nella tutela della salute degli iscritti». Il test di sabato scorso, con una nuova circolazione a targhe alterne, è da considerarsi clamorosamente fallito: traffico in tilt e inquinamento alle stelle, testimoniano le ultime misurazioni effettuate. Niente di nuovo sotto il sole (meglio: sotto la cappa). Alcune fonti d’informazione alternativa scrivono di un volontario boicottaggio dell’iniziativa, promosso da migliaia di temerari ugualmente al volante, nonostante i divieti. Resta l’annoso problema di un’aria letteralmente irrespirabile per il cittadino che cammina: figurarsi per l’atleta che corre, impegnato a realizzare una prestazione di fondo e resistenza. Troppo pericolosi, questi Giochi cinesi.