Pedofilia, due bimbe a rischio e Mastella non fa nulla
21 Giugno 2007
Di lotta alla pedofilia è facile riempirsi la bocca quando si può fare un po’ di propaganda a buon mercato. O quando si tenta di scalare l’audience con la morbosa curiosità che provocano episodi controversi come quello di Rignano Flaminio. O magari quando si può mettere sotto accusa il Vaticano per le coperture date a preti accusati e spesso condannati per tali odiosi reati.
Quando però entra in gioco la burocrazia ministeriale di via Arenula, può accadere di tutto. Anche che due piccole bambine belghe vengano riaffidate alla famiglia del padre e del nonno paterno accusati di averne abusato ripetutamente. In tutto questo, il ministro Clemente Mastella non si è di fatto opposto a un’assurda decisione in materia del tribunale dei minori di Ancona.
Leggere per credere una nota ansa dello scorso 7 giugno passata del tutto inosservata tra le intercettazioni Unipol e i verbali di Ricucci: “Il Governo italiano dovrebbe vergognarsi per come sta lasciando al loro destino due bambine di 8 e 5 anni, figlie di una cittadina italiana, Maria Pia Maoloni, che non viene tutelata in nessun modo”. Tale affermazione è del senatore di Forza Italia e segretario della commissione parlamentare antimafia, Antonio Gentile.
“Le bambine com’è noto – scrive il senatore azzurro – sono ritornate in Belgio nonostante le pesanti accuse di abusi sessuali contestate al papà ed al nonno da una denuncia della madre, da esami peritali, dalla testimonianza di una maestra. Non solo la madre vive un dramma che i genitori normali ed affettuosi capiranno ma le viene negata persino la possibilità di parlare con le bimbe al telefono. Ho inviato due settimane fa un’interrogazione urgente ai ministri degli esteri e della giustizia, ma probabilmente i destini di due bambine ed i diritti di una cittadina italiana per loro non sono preminenti”.
“Si tratta – sostiene ancora Gentile – di un comportamento omissivo che fa paura ed inorridisce, con una cittadina lasciata solo al suo destino e due bambine rimandate a casa con persone che potrebbero essere i loro carnefici”.
Così ieri i parenti della donna hanno inscenato un sit in davanti all’ambasciata del Belgio Roma in via dei Monti Parioli 49, paese che negli anni scorsi è stato spesso alla ribalta della cronaca per episodi di pedofilia legati al caso di Marcel Dutroux, con complicità che hanno sfiorato persino il sovrano regnante. E ora c’è possibilità che questo caso sfoci in altra clamorosa protesta stavolta a via Arenula davanti agli uffici dei burocrati di Mastella che nulla hanno avuto da eccepire a riconsegnare le due bambine al genitore in Belgio nonostante l’accusa di pedofilia che pende sul suo capo.
Per ora l’avvocato Maria Grazia Ceneri che rappresenta la madre di Fiona e Milla (nomi di fantasia) ha presentato ricorso in Cassazione contro il provvedimento.
Inoltre è stato messo un appello e una petizione da firmare su internet nel sito http://superepilepsy.altervista.org/superepilepsy/ e le parole sono inequivocabili: “L’ingiustizia più grande è quella di “immolare” la loro vita per tornaconti politici: le hanno rimandate a vivere in un vero e proprio inferno facendo finta di non conoscere, di non sapere. Un ministro di grazia e giustizia (un tal Mastella!!) che avendo la possibilità di far proseguire le indagini sulla questione con una semplice firma (si chiedeva solo di far fare alla giustizia il proprio corso!!) ha preferito girare la testa dall’altra parte perchè pressato dai ministri belgi interessati solo a non far scoppiare l’ennesimo scandalo internazionale. Parliamo con cognizione di causa! La bimba ha raccontato anche alla maestra italiana ciò che ha subito non solo dal padre e dal nonno ma da altri con altri bambini: nonostante ciò, il giudice del tribunale dei minori di Ancona, ha deciso che dovessero essere comunque riportate in Belgio dal padre”.