Pensioni. Brunetta: su donne non torno indietro, lo impone l’Ue
15 Dicembre 2008
di redazione
Sull’innalzamento dell’età pensionabile per le donne il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, non fa alcuna marcia indietro nonostante le polemiche suscitate dalla sua proposta tanto nel mondo sindacale quanto in quello politico. E in un’intervista a Repubblica avverte: "Io non ho fatto alcuna proposta, io devo ottemperare a una condanna della Corte di giustizia europea".
Poi a chi ha polemizzato contro l’obiettivo di portare a 65 anni per tutti l’età pensionabile il ministro dice: "quanta ipocrisia, quanta arroganza nei nostri soloni e soloncini, di destra e di sinistra. Ma andate a studiare prima di parlare. Lo dico a D’Alema, a Veltroni, alla Finocchiaro, a Epifani. Lo dico al mio amico Calderoli".
Il ministro ricorda che è l’Ue ad imporre all’Italia una riforma del genere e sottolinea che se l’Italia fosse un paese "serio" non potrebbe limitarsi ad un innalzamento dell’età pensionabile per le donne solo nel pubblico impiego. Un sistema che secondo Brunetta, se unito ad un generale innalzamento dell’età pensionistica a 65 anni, "con flessibilità, progressività ma con determinazione", permetterebbe di spostare risorse dalle pensioni al welfare e creerebbe oltre "due milioni e mezzo di occupati nei servizi. Si innalzerebbe il tasso di occupazione di 10 punti" oltre che generare risparmi che a regime potrebbero essere di circa "7 miliardi" da destinare al welfare.
fonte: APCOM