Pensioni, con riforma il debito salirà a 44 miliardi. Boeri contro il governo: “Non è credibile”
28 Ottobre 2016
Dalle pagine del Corriere della Sera, il presidente dell’Inps Tito Boeri ci fa sapere che con la riforma attuata dal governo la spesa pensionistica salirà di 44 miliardi. Mezza mattinata di tempo e un comunicato dell’Osservatorio Inps gli ha fatto eco: già nel 2015 la spesa è aumentata dell’1,2%. E Boeri rincara la dose. “La nuova legge di bilancio – spiega – compie un’operazione importante sulle pensioni: elimina le ricongiunzioni onerose fra casse previdenziali diverse. E’ positivo per l’equità e anche per l’efficienza e la crescita, perché evita di penalizzare chi cambia lavoro. Poi c’è una seconda operazione – aggiunge – che questa legge di bilancio tenta: la flessibilità in uscita”. E aggiunge, “mi preoccupa che possa avare effetti sulla raccolta contributiva. Con operazioni di questo tipo c’è sempre il rischio di dare segnali di lassismo, non vorrei si indebolisse la campagna fatta per contrastare l’evasione”.
“Secondo le nostre stime ciò che oggi è scritto nella legge di bilancio – gli interventi sulla quattordicesima, sui lavoratori precoci e la sperimentazione sull’Ape social – aumenta il debito pensionistico di circa 20 miliardi. Poi ci sono i costi legati all’estensione della fascia di reddito non tassata per i pensionati, più i crediti d’imposta per chi chiede l’Ape di mercato. E varie questioni aperte, che possono generare altre spese”. E, a quanto pare, “non è detto – aggiunge – che dopo il 2018 sarà facile interrompere l’Ape social, anzi la pressione ad allargare la platea dei beneficiari sarà forte. Se questo strumento fosse rinnovato anche solo nella forma attuale e reso strutturale, ci sarebbero altri 24 miliardi di debito pensionistico. Dunque in totale 44 miliardi in più”.
Poi la stoccata finale al governo, “le nostre proposte riducevano il debito pensionistico ed era anche prevista una riduzione parziale di certe pensioni attuali. Abbassavamo così il debito pensionistico di circa il 4% del Pil“. L’Inps ci tiene a sottolineare che celle classi di reddito più basse si concentrano le pensioni di tipo assistenziale che rappresentano forme di assistenza alle persone più disagiate per motivi economici o fisici e le pensioni ai superstiti che sono per loro natura di importo più basso di quella del dante causa. Se l’importo medio delle prestazioni è di 12.136 euro quello dei redditi pensionistici pro capite è di 17.323 euro l’anno. L’importo medio dei redditi da pensione per pensionato è molto più alto per gli uomini (20.431 euro) che per le donne (14.543) che possono contare su un trattamento di circa il 29% inferiore. Il reddito pensionistico medio è pari a 18.599 euro per i pensionati del Nord, di 18.843 euro per i pensionati del Centro e di 15.589 al Sud.