Pensioni d’oro, oggi la Corte Costituzionale decide per il prelievo. Che Renzi difende

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Pensioni d’oro, oggi la Corte Costituzionale decide per il prelievo. Che Renzi difende

05 Luglio 2016

Oggi la Corte costituzionale esamina il ricorso contro il contributo di “solidarietà” imposto Governo Letta e già bocciato dalla stessa Corte. Il Governo Renzi, però, difende l’azione del predecessore Enrico Letta e l’Avvocatura prepara la difesa insistendo sul carattere temporaneo del provvedimento e soprattutto sulla solidarietà intergenerazionale.

 

L’Avvocatura punterà a sostenere che il precedente prelievo di solidarietà (che era stato già bocciato dalla Consulta nel 2013) aveva carattere strutturale, mentre quello successivo è stato un intervento di carattere temporaneo della durata di tre anni. L’altro aspetto che verrà messo in evidenza sarà quello dell’obiettivo di solidarietà intergenerazionale tra categorie di pensionati ad alto reddito e giovani a basso reddito che rischiano di vedere fin d’ora compromesso il diritto alla pensione.

 

Le ordinanze che hanno chiesto di dichiarare incostituzionale il provvedimento sono otto: sei arrivano dalla Corte dei Conti e due dalla Commissione giurisdizionale per il personale della Camera dei deputati. Secondo i ricorrenti, i principi della Carta violati dal provvedimento sono diversi: uguaglianza (articolo 3), diritto a una retribuzione proporzionata (35 e 36), equilibrio di bilancio (81 e 97), tutela dei lavoratori (38) e dovere di concorrere alle spese pubbliche (53).

Nel caso in cui la Corte desse ragione ai ricorrenti, lo Stato dovrebbe rimborsare ai pensionati ricchi circa 160 milioni di euro. Il problema più grave sarebbe però un altro, ovvero il fatto che in futuro sarebbe impossibile riproporre interventi legislativi di questo tipo.

Resta il precedente che ha visto, nel 2013, la Consulta bocciare una legge del governo Berlusconi, poi rilanciata anche dall’esecutivo di Mario Monti, che imponeva un prelievo fra il 5 e il 15% sulle pensioni oltre i 90mila euro. In quel caso, però, si trattava interventi classificabili come “manovre tributarie”.