Pensioni, Epifani dice no al cambio d’età per le donne

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Pensioni, Epifani dice no al cambio d’età per le donne

10 Luglio 2007

Guglielmo  Epifani, leader della CGIL, si trova ancora una
volta costretto ad esortare il premier, Romano Prodi, perché concluda
velocemente sul tema pensioni. Precisa e ribadisce inoltre il suo rifiuto di
sottoscrivere la proposta di equiparare l’età pensionabile tra uomini e donne.

“Il presidente del consiglio si è preso la responsabilità di
fare una proposta sullo scalone. Chiedo che la faccia rapidamente, non si può
restare sospesi in un limbo”. È quanto ha espressamente dichiarato Epifani che,
infatti, intende concludere quanto prima il negoziato col governo in materia di
pensioni. “Ogni giorno – ha detto concludendo il direttivo della CGIL di Torino
– leggiamo ipotesi di cui non sappiamo nulla. C’ è un ruolo della Ragioneria
del tutto notarile, ma io non voglio discutere con la Ragioneria. Il confronto
è con il governo, che deve tenere conto della Ragioneria, ma deve comunque avere
una sua posizione politica”. E, ancora, ha aggiunto: “Quando la proposta del
presidente del consiglio arriverà la valuteremo con la coerenza, la misura e la
determinazione che bisogna avere in una trattativa così complessa”.

Il rischio che il governo cada perché non riesce a tradurre
in legge l’eventuale accordo con il sindacato è elevato e lo stesso Epifani non
lo esclude, commentando: “c’ è un primo tempo che riguarda il rapporto fra
governo e sindacati e un secondo che riguarda la traduzione in scelte
legislative dell’eventuale intesa e questo riguarda la maggioranza di governo.
Va da se che se non ci sarà la possibilità di tenere fede all’impianto dell’
accordo si aprirà un problema di governo, ma non c’è dubbio che il primo a
saperlo è il governo stesso”.

Ma il problema, secondo il leader della CGIL, non è soltanto
la lentezza del Governo. È necessario infatti fare chiarezza su alcuni punti
della riforma, irremovibili per il sindacato. Infatti, afferma Epifani, “È sbagliato
equiparare l’età pensionabile di donne e uomini, non si posso mettere
condizioni uguali tra parti disuguali. Se si farà questo, non ci sarà la mia
firma”.

Secondo Epifani sarebbe “forzato fare un principio di uguaglianza tra
condizioni che sono totalmente diverse.” Pertanto definisce la proposta equiparare
l’età del pensionamento di donne e uomini “una cattiveria inutile”. Infatti,
spiega, “le donne vanno in pensione con un pensionamento di vecchiaia di 23
anni medi di contributi e quando si arriva a calcolare la loro pensione ci si
accorge che hanno una media retributiva del 15% inferiore rispetto a quella
degli uomini. Equiparare le condizioni, dunque, è uno sbaglio. E non capisco la
ragione di insistere su questo tema”.