Pensioni, oggi il confronto Letta: Chiuderemo a breve

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Pensioni, oggi il confronto Letta: Chiuderemo a breve

19 Giugno 2007

” E’ noto che superare lo scalone ha dei costi. Il Governo troverà le misure compensative”. Cosi’ il ministro del lavoro Cesare Damiano commenta le indiscrezioni secondo le quali il passaggio dallo scalone ai cosiddetti scalini costerebbe diversi miliardi di euro. ”E’ inutile – ha detto – gettare allarmismi alla vigilia di un incontro”.

Gli “allarmismi” sono riferiti all’anticipazione del Sole 24 Ore, secondo cui l’abolizione dello scalone costerebbe 65 miliardi di euro in 10 anni. Sarebbe questa infatti la spesa emersa dai calcoli del ministero dell’economia, dalla quale ripartirebbe oggi il confronto con le parti sociali, che dovrebbe verificare le ipotesi che l’esecutivo intende mettere in campo con l’introduzione di incentivi per chi rinvia l’uscita e un aumento dei requisiti con scatti biennali a partire da 59 anni nel 2008-2009.

Obiettivo dell’esecutivo è quello di chiudere entro il 28 giugno, giorno della presentazione del Dpef, come ha precisato anche il sottosegretario alla presidenza del consiglio  Enrico Letta, secondo cui: “Quello che parte oggi è un negoziato vero e difficile. E’ naturale che ci siano asperità, degli spigoli. Ma penso che ci siano le condizioni per arrivare ad una chiusura positiva la prossima settimana. Il governo è determinato a chiudere la partita delle pensioni entro i tempi del varo del Dpef”.

“Oggi le parti sociali ci faranno sapere le loro opinioni” sul documento che l’esecutivo ha presentato venerdì sull’utilizzo dell’extra gettito, il superamento dello scalone e la riforma del mercato del lavoro, ha detto il ministro Damiano. Che ha sottolineato come sia “noto” il fatto che abolire lo scalone costi e per questo ha proposto di ”renderlo più morbido. Il governo ha già detto – ha aggiunto – che per coprire questo costo ci vogliono nuove risorse”. I fondi per questa operazione, ha ribadito il ministro, vanno cercati tra l’altro nell’accorpamento degli enti previdenziali e l’abolizione dei privilegi.

“La partita non è per nulla semplice. Noi siamo persone perbene e ci metteremo tutta la nostra buona volontà, ma dire che l’accordo è a portata di mano è un atto di generosità, ma non di realismo”. Così il leader della Uil, Luigi Angeletti, entrando all’assemblea annuale della Confesercenti, ha risposto a chi gli chiedeva un commento all’incontro convocato nel pomeriggio a Palazzo Chigi per discutere della riforma delle pensioni. Di conti poi, Angeletti, non vuol proprio sentire parlare. “Il governo farebbe bene a non far entrare nella discussione una questione relativa ai conti per evitare altri elementi di polemica”.

In sostanza per il governo si dovrebbe rinunciare al gradino di partenza, cioé all’uscita a 58 anni più 35 di contributi, partendo direttamente da 59 anni d’età e 35 di contributi. Una scelta che comporterebbe un onere più contenuto rispetto ai ”tre scalini” diluiti nel tempo e che registrerebbe una spessa di 2,7 miliardi nei prossimi sei anni, con una discesa a 2,5 milardi nel decennio. L’abolizione dello scalone senza misure alternative, invece, comporterebbe una spesa eccessiva con una perdita di 65,6 miliardi fino al 2016.