Pensioni, Poletti: prende un impegno al Festival dell’Economia e promuove la flessibilità in uscita

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Pensioni, Poletti: prende un impegno al Festival dell’Economia e promuove la flessibilità in uscita

06 Giugno 2016

Sono piuttosto stretti i tempi per il primo decreto correttivo del Jobs Act e l’introduzione della tracciabilità dei voucher-lavoro, già sul tavolo (ma non approvato per “approfondimenti tecnici”) dell’ultimo Consiglio dei ministri.

Il ministro del Lavoro Poletti a margine del Festival Economia a Trento si sbilancia e svela un po’ l’agenda di governo. Conferma l’impegno del governo a rendere il lavoro a tempo indeterminato meno costoso del lavoro precario con la certezza che si tratta di un obiettivo possibile da centrare “o con la decontribuzione o con il cuneo fiscale e previdenziale”. Peccato che la scelta sull’alternativa tra l’intervento sul cuneo fiscale o l’intervento sull’Irpef è prematura, ed è rimandata alla prossima legge di Stabilità.

Spende qualche parole sull’atteso intervento sulla flessibilità previdenziale in uscita dal mondo del lavoro, anche questo uno dei cardini su cui verrà imbastita la prossima legge di Stabilità. L’incontro con i sindacati previsto per il 14 giugno “sarà sicuramente un tavolo aperto: all’ordine del giorno abbiamo molti punti, non solo la flessibilità, ma anche tutto il tema della previdenza e del lavoro. Andremo con molti argomenti: non c’è una proposta definita, perché c’è un impegno che ci siamo assunti e ci sarà un confronto vero. Abbiamo dei pilastri chiari ma anche la disponibilità concreta a discutere”.

E aggiunge: “Se devo dire la mia priorità per la legge di stabilità di quest’anno è il Social act, tutti gli interventi che guardano il sociale. Questa legge sui stabilita avrà un forte segno sul versante delle politiche sociali: io ho sintetizzato dicendo che dopo il jobs act serve un social act”. Per Poletti “serve un complesso di politiche sociali che siano in grado di reggere trasformazione in corso. Dobbiamo dire agli italiani che nessuno rimarrà da solo e sosterremo tutti in una prospettiva che è quella di aiutarli ad avere lavoro ma anche di evitare che abbiano condizioni difficili di vita nella fase in cui non lo avranno”.

Il ministro ha voltuto poi soffermarsi sulle parole del collega Pier Carlo Padoan, con cui si è detto “molto d’accordo”: invece di parlare solo di “flessibilità dobbiamo parlare di produttività e serve una forte spinta in una fase in cui dobbiamo continuare a premere perchè l’Europa ceda alla necessità di sostenere la crescita. Bisogna fare in modo che l’Europa sia in grado di competere nel mondo”.

Prova  a rincuorare la platea ribadendo che il primo decreto correttivo del Jobs Act, che introduce la tracciabilità dei voucher, “lo faremo la prossima settimana”. Il decreto sui voucher era stato esaminato allo scorso Consiglio dei ministri che però non aveva approvato il provvedimento, rinviandolo per la necessità di ulteriori approfondimenti tecnici. 

Il ministro del Lavoro commenta, inoltre, l’argomento  ‘reddito minimo’ per sottolineare che non risolverebbe il problema della disoccupazione, e dice: “il reddito minimo o lo porta l’arcangelo Gabriele o deve essere prodotto da quelli lavorano. Il tema fiscale c’è ma riguarda tutto il mondo, non possiamo fare troppi atti unilaterali”.

 “Siamo in una complicatissima e bellissima fase di cambiamento e se non ce ne rendiamo conto perderemo altro tempo oltre a quello già perso”, ha concluso. Ma per adesso, di questa fantomatica fase, gli italiani hanno visto solo tante parole e poco cambiamento.