Pensioni, uscita flessibile con penalità e bonus di 80 euro anche ai nonni

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Pensioni, uscita flessibile con penalità e bonus di 80 euro anche ai nonni

25 Maggio 2016

Matteo Renzi a Repubblica.tv prova a rassicurare gli italiani: “Le pensioni minime sono troppo basse. Stiamo valutando interventi. Ma nessuno deve temere per la propria pensione”. E ha aggiunto: “Sul tavolo c’è la necessità di intervenire sulle pensioni minimi, gli autonomi, il ceto medio e e le famiglie che ancora soffrono e poi la riduzione del cuneo contributivo, la rimodulazione degli scaloni Iperf. Stiamo lavorando su tutto silenziosamente. Ci siamo dati come scadenza la legge di Stabilità”.

Per poi passare al solito vaglio di fantomatici progetti: “La cosa fondamentale è capire se, nell’ambito delle regole europee e della legge Fornero, possiamo dare l’anticipo pensionistico, l’Ape, a quelle persone che, per effetto dello scalone Fornero, vanno in pensione 7, 8, 10 anni dopo. Ci riusciamo? Ne stiamo discutendo. Ci siamo dati come tempo la preparazione della legge di Stabilità, quindi i prossimi 3-4 mesi”.

Se da una parte, infatti, il governo incontra i sindacati per “trattare” sulle pensioni, dall’altra sul tavolo dell’esecutivo un piano per risolvere l’annoso problema della riforma previdenziale. Che prevede prima di tutto l’anticipo pensionistico (Ape): un’uscita anticipata fino a tre anni con diverse penalità. Il governo ha, infatti, in mente di penalizzare maggiormente chi decide di lasciare volontariamente il lavoro, rispetto a chi il lavoro lo ha perso. In caso di ristrutturazioni aziendali che prevedono prepensionamenti anche le aziende si dovranno far carico degli oneri. E’ previsto poi il bonus 80 euro: estendere anche ai pensionati la fatidica cifra di 80 euro. Ci sarebbe, inoltre, il taglio del cuneo fiscale: il governo, oltre a misure di sostegno alla crescita, si vorrebbe impegnare con i sindacati a procedere a un taglio del cuneo fiscale. E il ministro del lavoro Poletti vorrebbe mantere l’impegno di tenere il costo del lavoro per l’occupazione stabile più basso di quello per l’occupazione a tempo.