Per avere il nucleare l’Iran chiede aiuto a turchi ed egiziani
10 Maggio 2011
Mentre va in scena la pantomima degli "apprendisti stregoni" che, secondo la guida suprema Khamenei, circonderebbero ormai il presidente Ahmadinejad, denunciando non meglio specificate "entità magiche", l’Iran annuncia ufficialmente che l’impianto nucleare di Bushehr, la prima centrale del Paese, è ufficialmente operativo. Servirà a soddisfare il 2,5 per cento del fabbisogno elettrico iraniano ed è il primo passo verso la costituzione di un network nucleare che l’Iran progetta di costruire.
La festa per l’Iran è comunque guastata da un nuovo attacco hacker, che ha rallentato i lavori, provocando un ennesimo ritardo nella connessione dell’impianto di Bushehr alla rete energetica nazionale. Dopo Stuxnet arriva Stars, il nuovo virus messo in rete da americani e israeliani.
Si accusa l’Iran di nascondere dietro il suo piano nucleare un programma atomico militare teso a sorreggere l’espansione geopolitica degli ayatollah, ma Ahmadinejad, che continua a rivendicare l’uso del nucleare civile, si dice pronto ad un nuovo round negoziale con il "5+1", cercando di ottenere l’appoggio della Turchia alla Conferenza Onu per i paesi meno sviluppati. Eppure è stato proprio l’Iran a interrompere i negoziati nel recentissimo passato, dopo che gli erano stati offerti vantaggi commerciali e diplomatici in cambio di uno stop al programma nucleare.
L’altra "spalla" iraniana potrebbe essere l’Egitto. "I benefici della ripresa delle relazioni tra Iran ed Egitto ricadranno su tutti i Paesi della Regione e nel mondo islamico", ha detto il nuovo ministro degli esteri iraniano, Mehmanparast in un’intervista televisiva. Dopo un trentennio di gelo diplomatico, ora Teheran auspica "relazioni formali al più alto livello possibile". Un nuovo fronte dei non-allineati, insomma, che per l’Iran è strumentale alla sua legittimazione di potenza nucleare.