Per Casini un giro di valzer con i Savoia

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Per Casini un giro di valzer con i Savoia

29 Aprile 2009

Finalmente abbiamo capito dove punta il dito Casini nel suo cartellone elettorale. Su Emanuele Filiberto, il principe dal piedino d’oro di Casa Savoia. A chi si scalda d’animo per le “grandi sorelle” prestate alla politica ricordiamo volentieri il progetto politico del nobile ballerino, candidato alle europee dall’UDC.

Emanuele Filiberto di Savoia è rientrato nelle nostre case vincendo l’ultima edizione di “Ballando con le stelle”, il programma di danza nazional-popolare gentilmente offerto agli italiani dal servizio pubblico. Forte del suo successo, e che successo, ora si candida alle europee con l’UDC. C’è una bella differenza tra un qualsiasi tronista che vuol provare l’ebbrezza di Bruxelles e il “Principe di Venezia e di Piemonte”. I tronisti sono astri nascenti della politica italiana, il principe invece un progetto ambizioso ce l’ha già: “In 15 o 20 anni, Valori e futuro diventerà la più grande forza politica del Paese – disse qualche anno fa presentando il suo movimento – Allora mi candiderò a guidare l’Italia”.

Non è mica nato ieri, televisivamente parlando. Apparve come ospite fisso a “Quelli che il calcio” e ha fatto il testimonial pubblicitario. Oggi però è convinto di farcela: “Perché dovrebbero votarmi? – si è chiesto in conferenza stampa – Parlo cinque lingue, conosco personalmente la metà dei capi di Stato europei e dell’altra metà sono parente”. Ma ha la memoria corta, alle politiche del 2008 Valori e Futuro prese la bellezza dello 0,4 per cento delle preferenze. Fu l’ultimo partito in assoluto della circoscrizione Europa.  

Forse persino una velina saprebbe fare meglio di così. Se il principino ha deciso di sfidare le urne noi siamo i primi a dargli un “in bocca al lupo”, se la batterà in un giro di valzer con il fior fiore del professionismo politico ma non solo. Accontentando anche la Mussolini che, solo qualche giorno fa, chiedeva una "quota letteronzi" al Parlamento europeo. Solo una preghiera, casomai il Savoia vincesse. Di non chiedere all’Unione Europea “il risarcimento dei danni morali in seguito all’esilio – 260 milioni di euro in tutto – e la restituzione dei beni confiscati alla casa reale dalla Repubblica italiana”.