Per combattere l’Aids il Papa chiede di “umanizzare la sessualità”

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Per combattere l’Aids il Papa chiede di “umanizzare la sessualità”

18 Marzo 2009

Dal 17 al 23 marzo il Papa è in Africa. Per il suo undicesimo viaggio apostolico internazionale, il primo in quel continente in qualità di Pontefice, Benedetto XVI ha scelto di visitare Camerun e Angola, due nazioni che ben esemplificano le contraddizioni e i drammi africani.

In Camerun nel 2008 è stata attuata una modifica costituzionale che consente a Paul Biya, il presidente al potere dal 1982, di ricandidarsi alla carica. In Angola, dopo una cruenta guerra civile durata dal 1975 al 2002, il presidente José Eduardo dos Santos, alla guida del paese dal 1979, rimanda di anno in anno le elezioni presidenziali: proprio alla vigilia del viaggio del Papa, l’opposizione per l’ennesima volta ha sollecitato il governo ad annunciare la data del voto. Sia il Camerun che l’Angola dispongono di grandi risorse naturali e sono produttori di petrolio, ma entrambi figurano tra i paesi più poveri e più corrotti del pianeta.

È un messaggio di pace e di giustizia che il Pontefice porta ai due stati e tutto il continente africano con questa visita che egli ha definito un pellegrinaggio: “Parto per l’Africa – ha detto in occasione della recita dell’Angelus del 15 marzo – con la consapevolezza di non avere altro da proporre e donare a quanti incontrerò se non Cristo e la Buona Novella della sua Croce”. La Chiesa, ha inoltre sottolineato il Papa, annuncia Cristo e non persegue obiettivi economici, sociali e politici. 

Tuttavia, durante il volo da Roma a Yaoundé, capitale del Camerun, Benedetto XVI, parlando con i giornalisti al seguito e rispondendo alle loro domande, ha spiegato di confidare nel contributo dei grandi valori cristiani all’analisi e alla comprensione delle cause dell’attuale recessione economica che, secondo il Pontefice, è dovuta innanzi tutto a fattori di carattere etico: temi che saranno sviluppati nella sua prossima Enciclica.

Tra gli altri problemi trattati durante il breve incontro con la stampa, vi è stato quello del dialogo interreligioso: essendo l’Africa da secoli uno dei terreni di incontro e scontro tra Cristianesimo e Islam, l’attenzione si è concentrata sul rapporto con i musulmani che il Pontefice ha commentato positivamente in termini di rispetto reciproco crescente. 

Inoltre è stata toccata la delicata questione dell’Aids: argomento ineludibile, dato che sono africani circa i due terzi dei sieropositivi del mondo. Benché consapevole di suscitare polemiche, Benedetto XVI ha ribadito che la malattia non si sconfigge con scelte meramente economiche e soprattutto che “non si può superare con la distribuzione di preservativi che al contrario aumentano il problema. La soluzione può solo essere una umanizzazione della sessualità”.

Le reazioni non si sono fatte attendere da parte di chi preferisce pensare che per sconfiggere l’Aids in Africa bastino appunto preservativi e medicinali gratuiti senza considerare che, in effetti, in Africa così come nel resto del mondo, l’epidemia si può solo contenere con la prevenzione e quindi con comportamenti responsabili e con un generale miglioramento delle condizioni materiali, culturali e morali di vita.

Non mancherà di far discutere anche il discorso pronunciato da Benedetto XVI all’aeroporto di Yaoundé, subito dopo l’atterraggio: “in un tempo di globale scarsità di cibo, di scompiglio finanziario, di modelli disturbati di cambiamenti climatici – queste le parole del Papa – l’Africa soffre sproporzionatamente: un numero crescente di suoi abitanti finisce preda della fame, della povertà, della malattia. Essi implorano a gran voce riconciliazione, giustizia e pace, e questo è proprio ciò che la Chiesa offre loro. Non nuove forme di oppressione economica o politica, ma la libertà gloriosa dei figli di Dio. Non l’imposizione di modelli culturali che ignorano il diritto alla vita dei non ancora nati, ma la pura acqua salvifica del Vangelo della vita”.

È l’affermazione relativa ai diritti dei non nati che verrà contestata nei prossimi giorni. Da tempo ormai il “diritto alla vita dei non nati” è esattamente quello che molti negano, in nome del benessere dei vivi.