Per Concita chi guarda “I soliti idioti” è solo un idiota (che vota Berlusconi)

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Per Concita chi guarda “I soliti idioti” è solo un idiota (che vota Berlusconi)

13 Novembre 2011

Concita e I Soliti Idioti. Ho visto I Soliti idioti e letto su Repubblica la recensione del film secondo Concita. Un semplice film è stato utilizzato come l’ennesimo mattone per rialzare quel muro di apartheid antropologica che divide i lettori notturni di Kant da chi vota Berlusconi.

Per la De Gregorio, insomma, i ragazzi che spendono soldi per andare a sentire parolacce in dolby sound round sono figli e piaghe di un’Italia piena di coatti ignoranti volgari lampadati e, come al solito, sempre per colpa di Berlusconi. All around, scrive infatti nel suo articolo la ex direttora. Ciò nonostante, cara signora in rosso, quello è solo e soltanto un film, comico per giunta. Si facci due risate non c’è da gridare sempre al lupo al lupo. Vero è che la sindrome da cappuccetto rosso è una malattia incurabile ma non si condannano diciottenni diciannovenni e ventenni a viver come bruti solamente perché se ne fregano di superare le Colonne d’Arcore. Troppo pittimismo. E che palle. Ogni tanto si ride, spesso si dicono parolacce, sempre c’è stata volgarità- e a chi piace guardare dal buco della serratura un po’ di callo lo avrà fatto alla villania de la gente. Non si mangia sempre in bianco. Il mondo non profuma Chanel.

Lo dovrebbe ricordare chi si presentava sul pulpito dal lato B, chi predicava il sesso libero e la pillola pure, chi ha voluto il libero cazzo in libero stato, il liberismo materialista sfrenato, il Vietato vietare in un mondo che è mio e me lo gestisco io. Questo era l’allure del giornale più comunista d’Europa diretto anche da Lei. Ora, invece, a leggere la Sua recensione viene il dubbio di avere tra le mani Avvenire. Un gesù nel Tempio che dispensa buoni consigli non sapendo più dare cattivo esempio. Una ex direttora de L’Unità, attuale firma di Repubblica e, probabilmente, futura primula del PD, che abbandona De Andrè a quei soliti idioti -”milioni” dicono i suoi figli- tuttavia ancora capaci di dare l’umano cattivo esempio. Mentre tanti Bo(urgeois)Bo(hemien) si indignano davanti  a queste generazioni talmente arcorizzate da minacciare di trapuntare volgare latex sullo Stivale e un sado-tacco sedici. Generazioni perdute, malate, e ignoranti che non meritano la Perdonanza a Largo Focchetti perché insensibili a Dario Fo, Moretti, Fazio, Sabrina Guzzanti, Mazzantini, alla Dandini e a tutto il circo Togniatti-Morfei (alcuni di questi compagni di lavoro veramente fanno addormentare, anzi, fracassano le palle).

Unica soluzione è ripartire dalle nuove generazioni: dai seienni e dai loro cartoni animati. Così è stato chiosato il succitato articolo. Eppure, se per un semplice film COMICO si dà fiato alle trombe dell’Apocalisse e si riesce – sforzandosi – a vedere un’Italia posseduta more ferarum, allora, vedendo alcuni cartoon si finirà per scambiare le Winx per Olgettine, Batman per un ex picchiatore dei tempi di Alemanno, Alice accusata di abitare in un paese delle Meraviglie sì, ma ad Antigua; Peter Pan, con quel costumino sempre verde, sarà tacciato di leghismo e i bimbi sperduti di essere ronde che danno la caccia a quei clandestini dei pirati arrivati dal mare; uscirà che Roger Rabbit lo ha incastrato Dell’Utri, Puffetta verrà scambiata per una partecipante al Grande Fratello e Cenerentola accusata di essere l’utilizzatrice finale della scarpetta dopo chissà quali feste nel castello del principe, amico di Tarantini.

Poi si inizierebbe a pretendere uno spazio per i metalmeccanici di Saetta Mc Qeen, quello di Cars, e si porterebbero quei proletari dei Sette Nani sulle gru, le telecamere di Report a Narnia e si finirebbe ad intercettare Gli Aristogatti. Allora, lasci stare film, cartoon, pubblico, produttori e meduse. Continui a leggere Kant di notte. E di giorno, magari, L’Occidentale.