Per Fioramonti è forse scoccata l’ora delle dimissioni?

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Per Fioramonti è forse scoccata l’ora delle dimissioni?

Per Fioramonti è forse scoccata l’ora delle dimissioni?

05 Ottobre 2019

Da ministro dell’istruzione dovrebbe essere la figura di riferimento per tutti gli educatori italiani, una responsabilità enorme che Lorenzo Fioramonti davvero non sembra essere in grado di reggere.

Sui social, si sa, spesso ci si lascia andare ad esternazioni azzardate, ma quelle nella quali si lanciò tempo addietro Fioramonti lasciano davvero allibiti. Silvio Berlusconi? “Uno iettatore nano”. La Santanchè? Un “personaggio raccapricciante e disgustoso, se fossi una donna mi alzerei e le sputerei in faccia, con tutti gli zigomi rifatti”. Giuliano Ferrara? “Un’altra m…a con i denti separati, uno schifoso, che solo in Italia può passare come intellettuale”. E poi il messaggio più delirante, che va oltre ogni pur greve polemica politica. La polizia per l’attuale ministro dell’istruzione sarebbe, stando a sue vecchie frasi sui social, “un corpo di guardia del potere. I pochi poliziotti perbene hanno paura di far sentire la propria voce”.

E poco contano le scuse tardive, balbettate dal ministro: “Sono opinioni scritte di getto, di cui non vado fiero”. Come se lo scrivere di getto presupponesse vomitare insulti del tutto irrazionali, pronunciati (e questa è la cosa più incredibile) da chi dovrebbe rappresentare ai massimi livello l’Italia, lo Stato italiano.

Ora, se il livello è questo, viene davvero da chiedersi se non sia già scattata dopo poche settimane dall’insediamento, l’ora delle dimissioni di Fioramonti. Del resto non sono solo i vecchi post ad imbarazzare il governo: il professore ordinario ordinario all’università di Pretoria eletto nelle fila dei 5 Stelle è incappato in una serie di scivoloni anche di recente.

Ha iniziato con la tassa sulle merendine, ha proseguito con il giustificare, ed anzi applaudire, lo sciopero degli studenti per il clima ed ha chiuso in bellezza ipotizzando di rimuovere il crocifisso dalle aule. Il tutto in meno di un mese.

Il problema è proprio questo: se in 4 settimane il neo ministro è riuscito ad inanellare cotanti strafalcioni (per essere cortesi) viene da chiedersi cosa potrebbe essere in grado di fare nei prossimi mesi. Ammesso, ovviamente, che il Governo duri… La scuola italiana, l’università italiana, possono permettersi di essere rappresentate da una figura simile? La domanda è legittima e, forse, lo stesso ministro dovrebbe porsela guardandosi allo specchio.