Per il nuovo partito lunga è la strada ma retta la via

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Per il nuovo partito lunga è la strada ma retta la via

20 Novembre 2008

Breve riassunto di quello che sta accadendo in via della Scrofa e in via dell’Umiltà, dove fervono i lavori per confluire nel Popolo della Libertà e farne da cartello elettorale un partito vero e proprio. Lunga è la strada, retta è la via. Grossi ostacoli nel cammino non ce ne sono, a parte difficoltà burocratiche e malumori vari, inevitabili visto il terremoto in atto, il tutto però incorniciato da una solida e ferma convinzione: indietro non si torna e le esperienze di An e Fi sono giunte al termine. E quindi avanti, seppur lentamente. Da qui è necessario partire per descrivere meglio i contorni della vicenda.

Chiunque senti sono tutti d’accordo. Dall’ultimo dei militanti ai cento che costituiscono il comitato costituente. I valori condivisi ci sono, gli obiettivi comuni anche, la matrice culturale alla quale ispirarsi è ben radicata. E poi il battesimo del 13 e 14 aprile ha portato il 38% degli italiani a promuovere la nuova stagione. In quell’occasione An e Fi hanno rinunciato ai loro simboli e qualcosa avrà pur voluto dire. I problemi sono sorti dopo, quando si è dovuto metter mano ai dettagli della nuova creatura.

Lo smantellamento dei due apparati appare lenta e complicata, più di quanto si pensasse, l’impasse però è ben gestita anche in virtù del fatto che l’elettorato medio ha metabolizzato“l’oggetto” Pdl e la svolta politica accaduta e non sta certo lì a chiedersi quando, dove e come avverranno le alchimie varie. “L’elettore medio del Pdl ha altre priorità, voleva che questo governo incidesse nella vita del paese attraverso quella cultura del fare propria di Berlusconi e nemmeno si domanda perché sventoli ancori la bandiera di Forza Italia in via dell’Umiltà ”, spiega un dirigente del partito azzurro.

La burocrazia, è lei la vera palla al piede. Tutta colpa sua se non si va veloci. Sciogliere Forza Italia e An richiede tempo, non è cosa facile. Patrimonio immobiliare, gestione delle casse e della spesa, ricollocazione di uomini e strutture politiche, sedi sparse per il territorio nazionale, tutte questioni delicate da affrontare. Con molta probabilità si riferiva proprio a questi elementi il senatore Gasparri quando ha escluso liti con i forzisti, “ma quali litigi, solo una serie di situazioni organizzative che vanno gestite”, ha esclamato il presidente dei senatori giorni addietro.

Venerdì (domani ndr) Forza Italia riunisce il suo Consiglio Nazionale, che definirà i modi in cui avverrà la transizione definitiva nel Popolo della Libertà, l’incontro servirà a dettare i punti dell’agenda politica in vista del congresso fondativo che si terrà in una data imprecisata tra febbraio e marzo. Guai ad usare la parola “scioglimento”, perché, come ha fatto notare Gasparri, “né An, né Forza Italia si sciolgono”. Più consono quindi il termine “confluire”. In momenti delicati i sostantivi e gli aggettivi vanno usati nei giusti modi.

C’è poi il nodo legato allo Statuto. Tutti ne attendono la stesura per poterlo confrontare, studiare e valutare, nelle rispettive sedi, per poi adottarlo ufficialmente nel congresso di fondazione del Pdl. Solo che dello statuto, dopo le prime riunioni estive, anche chi se ne doveva occupare, non sa più nulla. Uno di questi è il senatore Antonino Caruso, lo stesso che stilò lo statuto di An nel 1995, “ non ci sono grandissime novità, a settembre abbiamo fissato i principali punti dell’architettura per un partito aperto, leggero, con forti punti di riferimento e regole ben precise, se lo statuto non è ancora pronto lo definirei un problema compilativo, e comunque alla convention di Marzo arriverà un documento che potrà essere oggetto di ulteriori modifiche e da li dovrà uscire quello definitivo”.

 E arriviamo ai seimila delegati che parteciperanno alla convention di febbraio – marzo. Alleanza nazionale farà i suoi congressi selezionandoli così: 1500 tra gli eletti e 300 tra esponenti della cosìdetta società civile, Forza Italia dovrebbe aprire 10mila gazebo verso metà dicembre in tutta Italia per indicare i propri delegati.

E qui si apre un’altra questione. Manca poco meno di un mese all’eventuale allestimento dei gazebo e, da Milano a Roma, le strutture territoriali di Forza Italia non sanno nulla al riguardo. Quella dei gazebo per ora è una indicazione dettata da Verdini sulla quale Berlusconi deve dare ancora l’ok definitivo.

Intanto lontano dai riflettori romani nelle varie regioni si discute, si confronta e si litiga pure. In Emilia Romagna le suddivisione dei ruoli diventano litigi aspri tra le parti. La senatrice Maria Ida Germontani è furiosa per l’esclusione di un senatore e due deputati di An all’interno coordinamento regionale, una polemica rivolta contro il collega Berselli, responsabile secondo lei, dell’esclusione dei tre dall’organigramma regionale del Pdl. Ma questa sfuriata tra colleghi in terra emiliana è solo l’ultima in ordine di tempo.

Quindi, ricapitolando,i lavori non sono fermi, ma temporaneamente concentrati su degli aspetti tecnici e burocratici. Lo Statuto è quasi pronto ma non del tutto. In merito al congresso tutti sanno che ci sarà ma nessuno è in grado di indicare il giorno preciso, per ora sappiamo che ci sarà “ tra febbraio e marzo”. An di fatto è nel Pdl ma sancirà ufficialmente il suo ingresso nel Pdl nei prossimi giorni. I gazebo dovrebbero esserci ma un eventuale ok all’operazione arriverà a giorni. Nella classificazione “problemi irrilevanti” entrano argomenti del tipo: quale sarà la sede ufficiale del Pdl. E le liti? Tutto normale, o meglio, per dirla alla Gasparri, solo “prevedibili fatiche”. Benvenuti nel Popolo della Libertà.