Per il Pdl le elezioni a Napoli si vincono costruendo nuovi termovalorizzatori

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Per il Pdl le elezioni a Napoli si vincono costruendo nuovi termovalorizzatori

16 Maggio 2011

Oggi c’è una città italiana in cui si gioca la resa dei conti politica definitiva fra centrodestra e centrosinistra, Napoli, che negli ultimi giorni è tornata a riempirsi di rifiuti, con i Vigili del Fuoco che corrono da un quartiere all’altro per spegnere i roghi e i napoletani che scendono in piazza per protestare contro le autorità. Molti cittadini promettono di ‘vendicarsi’ scegliendo l’astensione: nel 2006 a Napoli votò il 66 per cento del corpo elettorale. Due punti percentuali in meno del 2001.

La strategia elettorale seguita dal premier Berlusconi per favorire il candidato del PdL al comune di Napoli, l’industriale Gianni Lettieri, è chiara: puntare sul fallimento della giunta Jervolino che ha guidato Palazzo San Giacomo senza riuscire a risolvere il problema dei rifiuti. Stavolta, al posto della Jervolino, il Pd presenta il prefetto Mario Morcone, ma i due "big" della politica locale dovranno vedersela con il terzo incomodo, l’ex magistrato Luigi De Magistris, dell’IdV, che negli ultimi giorni si è difeso dalle accuse di pescare il consenso dei centri sociali e della sinistra antagonista, dicendo che non ci vede nulla di male. Berlusconi, invece, ha scelto di trasformare la sfida amministrativa di Napoli in un referendum sulla questione dei rifiuti. Fu il premier, nel 2008, a salvare il capoluogo che stava letteralmente affogando nell’immondizia; un "miracolo", secondo i suoi sostenitori, anche se dallo stato di emergenza si è poi passati ad una fase di criticità costante, un delicato equilibrio che rischia puntualmente di spezzarsi e che ancora non coincide con la soluzione del problema. Da tre anni, infatti, Napoli e la Campania vivono una difficile transizione che dovrebbe portare alla realizzazione di un ciclo di smaltimento dei rifiuti integrato. Per riuscirci, occorre puntare sulla costruzione di nuovi termovalorizzatori, come ha spiegato il ministro del Lavoro Sacconi partecipando alla campagna elettorale insieme al presidente della Regione Campania, il pidiellino Stefano Caldoro. Ma per costruire i nuovi impianti, ne sono previsti due, nonostante i bandi di gara siano già stati pubblicati e le prime imprese si siano fatte avanti, serve tempo.

Intanto il sistema di smaltimento dei rifiuti di Napoli si regge sull’unico termovalorizzatore attualmente in funzione, quello di Acerra, e sulle discariche, cinque in tutto, mentre la raccolta differenziata funziona a macchia di leopardo, con zone virtuosissime come Bagnoli ed altre dove stenta a decollare. E’ un equilibrio delicato perché ogni volta che una di queste variabili salta il sistema sembra sul punto di franare, le strade si riempiono di rifiuti, la gente si ribella, l’esercito torna a pattugliare il territorio. L’impianto di Acerra, infatti, da solo non basta, anche se è uno dei più grandi in Europa. E’ stato costruito in fretta e non sembra che Impregilo abbia consegnato ai napoletani l’ultimo gioiello della innovazione tecnologica. In più, durante la grande crisi degli anni scorsi, il governo Prodi ha usato il termovalorizzatore in maniera inappropriata, buttandoci dentro anche quello che non ci doveva stare (il cosiddetto "indifferenziato"). Risultato, una delle tre linee dell’impianto ha preso a singhiozzare, si sono verificati altri danni, e per molto tempo non ha funzionato. Le operazioni di manuntenzione sono costate milioni di euro.  Così, una buona parte dei rifiuti campani ha continuato ad essere sversata nelle discariche, quelle legali e quelle illegali. Alcune di queste strutture sono al limite della capienza consentita, e presto dovranno chiudere, oppure sono finite sotto la lente d’ingrandimento della magistratura, che indaga sulla penetrazione della Camorra nel sistema di smaltimento dei rifiuti.

I tre punti cardine della strategia berlusconiana per vincere le elezioni di Napoli sono stati verificare l’azione della magistratura sulle discariche, accelerare la costruzione dei nuovi termovalorizzatori, promettere che non ci saranno nuove tasse sulla "monnezza". Nel primo caso, il premier ha criticato i magistrati imputandogli di aver rallentato lo smaltimento con la loro solerzia investigativa. Se è vero che intorno alle discariche la Camorra gioca una partita spregiudicata, corrompendo la politica e le classi dirigenti locali – e dunque il potere giudiziario non può abbassare la guardia – è anche vero che decine e decine di "interdizioni", le inchieste, i processi, i ricorsi al Tar, hanno avuto delle controindicazioni. In certi casi hanno ‘spaventato’ quegli imprenditori del settore, si spera onesti, che temono d’investire in un territorio dove qualsiasi fornitore potrebbe rivelarsi un affiliato delle cosche. Così abbiamo assistito alla esecuzione di appalti realizzati da ditte che avevano ricevuto il via libera dall’antimafia ma che poi strada facendo sono state perseguite dall’antimafia. Anche la difesa dell’ambiente è una delle motivazioni addotte dai magistrati per aprire nuove inchieste: la discarica di Chiaiano, per esempio, in cui vengono sversati i rifiuti di Napoli, e che è ormai prossima alla chiusura, nelle settimane scorse è stata bloccata per "accertamenti indispensabili", come ha detto il prefetto partenopeo Lepore. Si è scelto di sospendere l’uso di una parte della discarica per effettuare dei "carotaggi", come li chiamano i geologi. I conferimenti di rifiuti, di conseguenza, sono stati rallentati, complici i lavori di terrazzamento della discarica. Poi però, un giorno prima delle elezioni, veniamo a sapere che Chiaiano ha riaperto, visto che non c’è una vera alternativa alle discariche, almeno per adesso. Gli accertamenti avrebbero potuto essere predisposti dopo le elezioni?

Berlusconi ha anche attaccato la municipalizzata del comune di Napoli, Asia, che si occupa dello smaltimento, accusandola di aver messo una serie di paletti contro la costruzione del nuovo termovalorizzatore cittadino. Asia, infatti, ha fatto ricorso perché sarebbe stata tagliata fuori dal bando per la costruzione dell’impianto. I vertici dell’azienda pubblica hanno lamentato il fatto che il progetto sarà affidato a un privato che incasserà i soldi delle energia elettrica ricavata e rivenduta grazie al termovalorizzatore. Asia avrebbe voluto una partecipata mista, pubblico-privato, e che il costo per lo smaltimento dei rifiuti fosse più basso. Ieri il presidente della Regione Campania ha assicurato che anche Asia potrà prendere parte alla gara e che il prezzo dell’immondizia sarà deciso in fase d’asta. Peccato che, come racconta il Mattino, il curriculum di Asia non sia proprio immacolato. Le rivelazioni fatte dal manager Salvatore Fiorito, sulla presunta "parentopoli" che in questi anni avrebbe determinato l’organico della municipalizzata, se dovessero essere confermate, potrebbero scoperchiare un sistema di potere clientelare a cui hanno partecipato le classi dirigenti locali, politiche, amministrative, sindacali.

Con la sua strategia, dunque, Berlusconi ha voluto far emergere i punti oscuri, le contraddizioni e i ritardi che hanno contribuito alla nuova crisi dei rifiuti, sia da un punto di vista amministrativo che giudiziario. La proposta del governo è semplice: nuovi termovalorizzatori, il prima possibile. Oggi vedremo se questa strategia si è rivelata vincente.