Per Khatami l’America è sempre Satana

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Per Khatami l’America è sempre Satana

10 Maggio 2007

“Bush e Cheney sono finiti!”. Invitato in Italia dalla pontificia università Gregoriana a tenere una sorta di “lectio magistralis” nei locali della Cattolica a Milano, l’ayatollah Mohammad Khatami, presidente dell’Iran tra il 1997 e il 2005, non ha deluso le attese di chi si attendeva le solite sparate anti americane e anti israeliane . E così ha pontificato.

Eppure continua a essere unanimemente considerato un “moderato” dai suoi sponsor in occidente. Tra cui i Gesuiti che lo hanno chiamato a fare da relatore al convegno intitolato “Necessità e  difficoltà del dialogo tra le civiltà nel sistema globale”.

Khatami ha invece approfittato dell’occasione  per denunciare senza mezzi termini la politica di “guerra preventiva” dell’amministrazione Bush, paragonandola all’estremismo violento dei terroristi come Bin Laden. Il tutto tra gli applausi degli astanti, quasi tutti uomini di fede,studenti e professori visibilmente simpatizzanti per Khatami e antipatizzanti per Bush. Gente che evidentemente non si sentiva per niente a disagio a fare da claque all’ex presidente di un paese che negli ultimi tre anni ha lapidato 375 donne per il reato di adulterio.

A conclusione della conferenza, mentre tutte le telecamere televisive e i giornalisti si raccoglievano intorno a Khatami, la presidentessa del Movimento Solidarietà, Liliana Gorini si è avvicinata all’ayatollah per dargli una copia dell’ultimo pamphlet sulle mozioni per l’impeachment di Cheney  negli Stati Uniti promosse dal deputato La Rouche.

La Gorini gli ha anche chiesto “come vede l’iniziativa di La Rouche, Kucinich e Mc Govern per l’impeachment di Cheney prima che scateni un’altra guerra in  Iran”.

“Ah! Cheney!” –  ha risposto Khatami in inglese – “Bush e Cheney sono finiti! E l’iniziativa per l’impeachment  mi sembra molto importante, la ringrazio.”

Insomma alla Cattolica di Milano, l’8 maggio, l’ayatollah Khatami ha goduto della stessa popolarità di cui può godere una rock star nella curva di uno stadio organizzato per un mega concerto.

Nel corso del proprio intervento, e delle risposte date ad alcuni studenti di Scienze Politiche della Cattolica, l’ex presidente iraniano, fondatore e presidente dell’ “Istituto Internazionale per il Dialogo tra le Culture”, aveva già fatto riferimento alla crescente opposizione alla politica di guerra di Bush  e Cheney anche all’interno degli Stati Uniti. “Tutte le guerre hanno  motivazioni puramente economiche –  ha esclamato  –  e rispecchiano gli interessi dei guerrafondai che le promuovono. I politici approfittano dei sentimenti dei popoli per condurre i loro interessi. Ma storicamente il dialogo è sempre continuato anche durante le guerre.

Oggi l’Occidente è in una grave crisi – ha continuato Khatami – una crisi profonda e distruttiva. Ci sono estremisti egoisti e violenti che usano l’opinione pubblica per  portare avanti obiettivi violenti. Il tema principale del dialogo tra le  culture è isolare gli estremisti violenti nel mondo. Il disastro comincia  quando la politica si sveste della moralità”.

Il riferimento all’ “estremismo violento” era dedicato ai neoconservatori ed è diventato esplicito quando gli ha posto una domanda il professor Vittorio Parsi, sul contenzioso tra Iran e ONU e sui “profeti che si armano”. Visibilmente  irritato, Khatami ha assunto un tono polemico: “Tutto questo accade quando si disprezza l’altro, quando ci si permette di imporre all’altro. Questo è il falso orgoglio dell’Illuminismo, secondo cui la civiltà occidentale è superiore a tutte le altre, il problema del pensiero di Hegel e Kant, o l’ipotesi della “fine della storia” che si è imposta negli Stati Uniti negli anni Ottanta.”

“Si ritiene che il mondo americanizzato possa permettersi di fare qualunque cosa – ha spiegato Khatami davanti a una platea che ha  accolto con ovazioni ogni sua esclamazione –  Fukuyama ultimamente ha cambiato opinione e ha criticato duramente Bush. Quale libertà sta esportando l’amministrazione Bush? La libertà di governi tiranni armati, di colonizzare, di rubare il patrimonio nazionale, di disprezzare la mia cultura e i miei valori? La guerra preventiva non ha ridotto il terrorismo, l’ha aumentato. Non direi che bisogna disarmare i profeti, anzi, ma i falsi profeti che prendono le armi. Bisogna disarmare tutti quelli che amano la violenza, profeti e politici. Promuovendo il golpe contro Mossadeq in Iran, l’America ha gettato le basi per la rivoluzione islamica. Ha appoggiato sia il terrorismo che Saddam Hussein”.

Infine, rispondendo alla domanda di tal Matteo, uno studente di Parsi, Khatami ha aggiunto: “I neoconservatori americani hanno promosso l’invasione dell’Afghanistan e dell’Iraq. La loro politica ha avuto un alto costo in termini di vite umane sia per l’Oriente che per l’Occidente. In Iraq sono morti 3.600 americani. La politica degli estremisti perde sostegno nell’opinione pubblica americana, come dimostra il crollo della popolarità di Bush rispetto al 2002, il fatto che i repubblicani abbiano perso la maggioranza al Congresso, le numerose manifestazioni contro la guerra negli Stati Uniti mi rendono ottimista, e spero che trionferà  il dialogo tra le civiltà, e se trionferà, sarà grazie a voi giovani”. Nessuno, per  la cronaca, gli ha fatto una domanda che fosse una sul diritto di Israele a esistere (limitandosi gli astanti a prendere per buone le tirate di Khatami a favore dei “poveri palestinesi”) o sui diritti umani ripetutamente violati in Iran.