Per la Corte Europea Charlie può morire
27 Giugno 2017
Saranno sospesi i sostegni vitali al piccolo Charlie Gard: la Corte Europea dei diritti dell’uomo ha dichiarato irricevibile il ricorso dei genitori, riconoscendo il cosiddetto margine di apprezzamento (in pratica l’autonomia decisionale) dei singoli Stati su temi come la vita e la morte, e come tutte le delicate questioni etiche.
Come Ponzio Pilato, i magistrati hanno ribadito che non spetta a loro sostituirsi alle autorità nazionali. Questo solleva molti dubbi sull’effettivo campo d’azione della Corte, inoltre a noi non pare sia sempre stata questa la sua scelta. Ora, nel merito ci chiediamo: se Charlie è un malato terminale, se cioè sta per moprire, se i suoi organi sono irrimediabilmente compromessi, non sarà un respiratore a tenerlo in vita. Se invece non è terminale, perché sospendere la respirazione? Perchè non lasciare che viva, e magari che i suoi genitori lo portino, come vorrebbero, negli Stati Uniti per un ultimo tentativo, una cura sperimentale?
Sono tante le domande che fa emergere questa terribile non-decisione. Due tra tutte: a che serve un tribunale europeo se non entra in questioni che riguardano proprio la vita e la morte? E un’altra, tutta italiana: una volta approvata la legge sul fine vita ora in discussione, che ne sarebbe del piccolo Charlie?
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