Per la sinistra è sempre un millantatore, ma il Cav. schizza nei consensi
24 Aprile 2009
È un dato di fatto riconosciuto da tutti: la fiducia degli italiani nei confronti di Silvio Berlusconi è ai massimi storici. I sostenitori del premier inneggiano al leader carismatico che va incontro alle esigenze dei cittadini in ogni momento con azioni concrete e poche chiacchiere. Gli avversari più accaniti, invece, accusano il Cavaliere di essere un incantatore di serpenti, capace attraverso i media di ammaliare il popolo bue. Comunque la si veda, oggi il presidente del consiglio può contare su consensi record: il diretto interessato parla del 72%, i sondaggi degli istituti di ricerca sono più cauti ma rivelano comunque valori stellari. L’osservatorio politico di Crespi ricerche, ad esempio, ha pubblicato la sua indagine del 23 aprile, cioè ha misurato gli indici di popolarità appena ieri, in concomitanza con il consiglio dei ministri che si è tenuto all’Aquila: Berlusconi può contare sul 65% dei consensi, il Pdl sul 43% mentre il governo si attesta al 56%.
Stando così le cose verrebbe da dire che tra il Cavaliere e gli italiani sia tornata la luna di miele. Il viaggio di nozze tra il governo neo-eletto e i cittadini era infatti finito lo scorso autunno, con lo scoppio della crisi economica e l’impossibilità per l’Esecutivo di poter contare su quel sentimento di fiducia incondizionata da parte degli elettori che fino a quel momento aveva caratterizzato il rapporto. Non a caso l’Occidentale decise in quel periodo di chiudere la rubrica dedicata alla luna di miele del premier. Perché dopo sette mesi di governo i sondaggi rilevarono una prima caduta dei consensi. «Berlusconi può contare ancora su un consenso molto vasto, ma in calo rispetto alle percentuali bulgare di qualche settimana fa – scrivemmo nell’ultimo numero della rubrica pubblicato l’11 novembre – Non è detto che in futuro il gradimento non possa tornare ai livelli raggiunti in precedenza, o addirittura superarli, ma questo dipenderà da come il governo risponderà alle nuove esigenze dell’elettorato».
È proprio quello che sta accadendo in questi giorni. Finito l’imponderabile idillio su cui può contare qualsiasi governo appena eletto, si è passati a un atteggiamento più critico, rivolto alla concreta valutazione dei provvedimenti presi da chi ha il compito di gestire il Paese. A premiare Berlusconi oggi è senza dubbio il modo con cui ha affrontato la drammatica vicenda del terremoto in Abruzzo. Gli italiani hanno apprezzato le mosse del premier che si è messo in prima linea nel territorio distrutto dal sisma. Ma non si tratta solo dell’impatto mediatico che ha avuto la presenza fisica del premier a L’Aquila. È la gestione complessiva dell’emergenza che ha fatto balzare la popolarità del Cavaliere a livelli mai raggiunti prima.
Altro che popolo di imbecilli: gli italiani stanno avendo una forte attenzione all’operato del governo. Come si può criticare la decisione di spostare il G8 dalla Maddalena all’Aquila? È una mossa vincente sotto più punti di vista. Innanzitutto perché gli investimenti previsti per accogliere i grandi della Terra in Sardegna saranno dirottati dove, in questo momento, c’è maggiore necessità. L’incontro sarà l’occasione per rimettere in moto risorse finanziarie e umane fin da subito. Il grande evento rappresenta una terapia d’urto per il popolo abruzzese, uno sprone a reagire, a mettersi di nuovo in pista cercando di lasciare alle spalle il terribile ricordo di quanto avvenuto solo pochi giorni fa. Una grande opportunità per dare un rapido inizio alla ricostruzione, una chance di ripresa per tutte le attività commerciali.
Ci sono poi i provvedimenti adottati dal consiglio dei ministri. Un impegno complessivo di 8 miliardi da qui al 2013, di cui 1,5 destinati a coprire la fase di emergenza, il resto alla ricostruzione definitiva. Non solo: 150 mila euro a fondo perduto per riedificare le case distrutte e credito d’imposta di 80 mila euro per le imprese coinvolte nel sisma. E ancora: prevenzione e controlli da parte della protezione civile nelle zone a rischio. Insomma un pacchetto di misure concrete e immediate. Proprio quello che vogliono gli italiani: la politica del fare. Se Berlusconi continuerà su questa strada e dimostrerà di saper fare bene, i consensi resteranno sempre molto alti.
Intanto, con le elezioni amministrative ed europee alle porte e con un’opposizione sempre meno capace di proporsi come credibile alternativa, il Cavaliere si prepara a festeggiare il primo anno di governo con la concreta prospettiva di poter incassare un vero e proprio plebiscito.