Per la stampa italiana Dauville si è ridotta al “fuori programma” del Cav.

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Per la stampa italiana Dauville si è ridotta al “fuori programma” del Cav.

27 Maggio 2011

Due minuti di sfogo "privato" di Berlusconi con Obama sono bastati ad accendere i riflettori della stampa italiana su Berlusconi. Il presidente del Consiglio, che a margine dei lavori del G8 di Deauville, in Normandia, ha colto l’occasione per richiamare l’attenzione del presidente americano tornando alla carica con la “dittatura dei giudici di sinistra”, ha fatto andare su tutte le furie l’opposizione e scatenato, com’era prevedibile, la stampa italiana, mettendo in secondo piano quelli che erano i temi in discussione al vertice.

Da questa scintilla si è incendiata una durissima polemica che è iniziata con il segretario del Pd Pier Luigi Bersani (“Il problema è il premier, non le toghe”), per poi rafforzarsi con il presidente dell’Anm Luca Palamara (“grave denigrare le istituzioni all’estero”). Dichiarazioni a cui il ministro degli Esteri Franco Frattini ha prima reagito spiegando che gli attacchi al premier “denotano la profonda sofferenza di una persona che da 17 anni è stato colpito da 200 processi penali uscendo sempre senza alcuna condanna”, per poi evidenziarne il paradosso. In altri termini: Berlusconi sarà anche criticabile per il “placcaggio” a Obama, ma possibile che i giornali italiani si siano concentrati solo su questo senza parlare di tutto il resto?

E allora eccoli i temi cardine di cui si è discusso al vertice. La stabilità economica di eurolandia prima di tutto. Forse a qualcuno potrà sembrare una notizia degna di poca importanza, ma sappiate che i negoziatori americani erano arrivati a Dauville, preoccupati della situazione greca e pensando che gli europei se la sarebbero sbrigata da soli. Gli europei hanno cercato di coinvolgere Washington in uno sforzo comune ma Obama e i suoi non hanno garantito il loro appoggio.

Per il resto, si è parlato molto della "arab spring". Gli Stati Uniti hanno portato sul tavolo un piano di aiuti per l’Egitto e la Tunisia che prevede l’intervento del Fondo Monetario Internazionale per il finanziamento delle necessità immediate dei due paesi, creando un fondo ad hoc per il sostegno economico della ‘Primavera araba’. Gli Usa hanno anche esortato la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (Bers) affinché estenda i prestiti alle coste sud del Mediterraneo. Illustrando la sua proposta Obama ha portato l’esempio del suo Paese che ridurrà il debito dell’Egitto di un miliardo di dollari, offrirà garanzie per un miliardo di dollari facilitando un nuovo ingresso dell’Egitto nei mercati internazionali e mettendo a disposizione 2 miliardi di dollari di garanzie per partnership pubblico-private nel Paese.

Ma il messaggio di Obama è stato chiaro: i Grandi aiuteranno il Nordafrica se questo seguirà “la strada delle riforme e della democrazia”. L’inquilino della Casa Bianca ha mantenuto accesi i toni anche su Libia e Yemen: "Abbiamo ripetuto più volte che le proposte del regime di Gheddafi non sono credibili finché non diventano azione", ha ammonito, nel giorno in cui Tripoli ha lanciato un appello per l’immediato cessate il fuoco. “Non rispettano la risoluzione Onu e, quindi, noi continueremo la nostra campagna con i partner della coalizione”.

Il Nordafrica, ma anche il Medioriente, sono stati i temi affrontati da Obama con il presidente russo Dmitri Medvedev con il quale, ha precisato, c’è una "relazione eccezionale". I due si sono impegnati alla cooperazione nella lotta al terrorismo, ribadendo la priorità di smantellare al-Qaeda. Al centro dei colloqui anche l’adesione al Wto della Russia, appoggiata dagli Stati Uniti e per la quale Medvedev chiede un’accelerazione, e il sistema missilistico in Europa, con gli Stati Uniti che rassicurano di non voler "minare la sicurezza strategica" e si impegnano, insieme a Mosca, a trovare un accordo sui piani americani per la costruzione di un sistema missilistico di difesa, con basi in Europa, che soddisfi i bisogni di sicurezza e affronti le potenziali minacce nei confronti di entrambi i paesi.

La seconda e ultima giornata in Normandia sta proseguendo oggi con una sessione allargata ai rappresentanti dei Paesi Africani. Una discussione che è iniziata dalle rivolte del Nordafrica e, passando attraverso l’accesso all’energia e ai cambiamenti climatici, terminerà con l’approvazione della dichiarazione finale di Deauville. Nello specifico il G8 dovrà assumere una posizione decisa sulla ‘Primavera araba’, con particolare riferimento alla condanna della repressione in Libia e in Siria, sottolineando la necessità che il Colonello Gheddafi se ne vada e minacciando Damasco di una possibile "azione al Consiglio di sicurezza" dell’Onu se non cesserà la repressione violenta delle manifestazioni.