Per l’Abruzzo costruire l’Europa è l’arte del possibile

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Per l’Abruzzo costruire l’Europa è l’arte del possibile

14 Ottobre 2011

 “Costruire l’Europa è un’arte. E’ l’arte del possibile”. Così recitava un tempo Jacques Chirac. E oggi lo riscopriamo: rendere l’attrice Europa protagonista degli scenari economici e politici internazionali richiede sforzi comuni e iniziative che rafforzino forme di cooperazione a tutti i livelli, in piena armonia col principio di sussidiarietà e coinvolgendo attori locali e regionali, in una comune azione di governance.

Una strategia di intenti condivisi che si riveli al passo con i ritmi della globalizzazione e le dinamiche dell’integrazione europea, mantenendo vive le specificità di ogni singola entità statale. Mera utopia? No. L’impresa è ardua, ma possibile. L’esperimento di unire in un’unica soluzione macroregionale aree geografiche limitrofe, indirizzandole verso un percorso da condividere, si rivela perfettamente in armonia con questa concezione e viene considerato ulteriore incentivo al rafforzamento di legami economici e di interazioni politiche nella cornice Ue.

Nei giorni scorsi a Bruxelles – con l’approvazione da parte del Comitato delle Regioni del parere “Cooperazione nel bacino del Mediterraneo attraverso la Macroregione Ionico-Adriatica”- si è aperto il sipario sull’iter che condurrà al riconoscimento ufficiale della Macroregione Adriatico –Ionica da parte dell’Unione Europea nel 2014.

Terzo esperimento di questo genere, dopo quelli del l’area del Baltico e del Danubio, raggruppa otto paesi lambiti dai mari Adriatico e Ionico e mira a rafforzare lo spirito di coesione interstatale, sostenendo le aree più deboli e coordinando in maniera ottimale le risorse provenienti dal bilancio Ue 2012-13.

Col riconoscimento formale della macroregione, verrebbe simbolicamente ripristinato lo strategico collegamento fra due sponde rimaste a lungo divise dagli equilibri di interesse e potere della Guerra Fredda. Si sgretolerebbe quindi la concezione dominante nel periodo compreso tra il secondo conflitto bellico e la caduta del Muro di Berlino, per cui lo spazio fra i due mari costituiva un’immaginaria linea di demarcazione, frontiera virtuale e quell’area sarebbe inquadrata alla luce delle dinamiche attuali, quale cerniera che unisce in un unicum di progettualità strutturata, realtà statali profondamente diverse fra loro per storia e cultura.

La strategia è proiettata verso forme di cooperazione ad ampio raggio che aspirano ad inglobare l’intera area del Mediterraneo e favorisce l’inserimento dei così detti paesi in “pre-adesione” rientranti nella zona balcanico –adriatica attivandovi processi di sviluppo sostenibile. Oltre alle innumerevoli prospettive di vantaggio che questo disegno implica per gli attori coinvolti ed alla manifestata volontà d’integrazione delle politiche locali, regionali e nazionali all’interno di un quadro comune, il vero intento da perseguire è quello di dare un contributo decisivo al complessivo rafforzamento della Macroregione per antonomasia, quella Europea.