Per l’Abruzzo pronto il Testo Unico sul welfare: in 278 articoli riassunte 160 leggi

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Per l’Abruzzo pronto il Testo Unico sul welfare: in 278 articoli riassunte 160 leggi

07 Novembre 2012

Un provvedimento. Meno 160 leggi regionali. Un’equazione perfetta. Ma soprattutto una bella cura dimagrante per le numerose norme che ancora regolamentano l’universo del lavoro, della formazione, dell’istruzione e delle politiche sociali in Abruzzo. Con la conseguenza di tenere i cittadini lontani, con tutti i luoghi comuni che ne conseguono, dalla pubblica amministrazione.

Tutto sarà diverso, però, quando, proprio per effetto di quel provvedimento, entrerà in vigore il Testo Unico del Welfare: 278 articoli in totale per disciplinare ciò che prima era da rincorrere nei meandri di centinaia di leggi.

Non c’è dubbio che in questo modo si aprirà l’auspicato, e ancora interrotto, canale di comunicazione tra la .società civile e le istituzioni. Perché l’efficienza è figlia delle regole, che devono essere certe e chiare. E porta con sé diritti e quindi doveri e condizioni.

La Regione risponde così alle richieste delle associazioni imprenditoriali, che da tempo invocano la sburocratizzazione del sistema amministrativo regionale. Lo assicura l’assessore alle Politiche sociali, Paolo Gatti: “Si tratta di un provvedimento atteso da oltre quindici anni che si  inserisce sul solco di quel processo di delegificazione che il Governo Berlusconi ha soltanto annunciato e che noi ci stiamo sforzando di mettere in pratica”. Il testo, presentato lo scorso aprile dallo stesso Gatti, ha ricevuto parere positivo dalla Commissione Tripartita e a breve approderà in Consiglio regionale. «Ritengo significativo l’assenso delle forze sociali e dei sindacati, comprese le astensioni tecniche di Cgil e Ugl – prosegue l’assessore -. E’ stato un percorso segnato da un confronto lungo e partecipato, nel corso del quale abbiamo accolto molti spunti e suggerimenti che ci hanno consentito di migliorare la nostra proposta”. Verrà estirpata una selva di norme desuete e talvolta incoerenti, mentre saranno inserite alcune novità, in particolare sul sociale, che consentiranno di delineare un quadro legislativo più al passo coi tempi. Molte leggi regionali, infatti, apparivano ormai obsolete e in contrasto con le norme nazionali. Ad esempio, in materia di lavoro e formazione, la legislazione regionale risulta antecedente alla riforma del Titolo V della Costituzione e il gap normativo ha finito con il limitare l’operatività dell’istituzione regionale in materia. Il Testo Unico del Welfare, inoltre, mira a creare un impianto integrato, tale da consentire una gestione sistemica e coordinata in tema di lavoro, formazione, istruzione e politiche sociali.

Pollice in su per la riforma anche da parte dei sindacati. A cominciare dalla Cisl che ricorda come gli ultimi provvedimenti in materia di sostegno all’occupazione e di promozione dell’imprenditoria giovanile e femminile risalgono al periodo 1995–1998. Davvero un intervallo di tempo troppo lungo, con la conseguenza di non poter essere adeguati ad un mercato del lavoro profondamente cambiato.

Presto, dunque, ci sarà il “battesimo” di un welfare nuovo di zecca: più semplice, più fruibile, da parte dei cittadini e dei soggetti pubblici e privati. Parola di assessore.

Ma oltre al lavoro di Paolo Gatti, un contributo è arrivato anche dagli assessori provinciali, per superare le difficoltà derivanti dall’attuazione della normativa nazionale sui passaggi delle competenze dei Centri per l’impiego.

Ora si attende la pronuncia del Consiglio regionale, ma vista l’ampia condivisione sul provvedimento, non dovrebbero esserci sorprese. “Siamo abituati a confronti ampi con l’opposizione – assicura Gatti -. Auspico che ciò avvenga anche in questa occasione, senza impedire l’approvazione della legge in tempi rapidi”.