Per le elezioni otto candidati da Magna Carta
10 Marzo 2008
Mentre in queste ore febbrili i contendenti nell’agone politico fanno le pulci alle liste altrui, passano al setaccio gli elenchi dei candidati, e ogni gruppo misura in termini di rappresentanza il proprio peso specifico all’interno dei diversi partiti, c’è chi nella scelta dei futuri parlamentari ha colto un indiretto ma indubbio riconoscimento del proprio lavoro.
Si tratta della Fondazione Magna Carta che, come sottolineato in un comunicato dal segretario generale Beppe Lanzilotta, “non si occupa di candidature e tanto meno le ricerca”, ma saluta con favore la presenza nelle liste del Popolo della Libertà di otto persone che a vario titolo hanno lavorato o lavorano nella Fondazione: si tratta del presidente Gaetano Quagliariello, di tre donne come Fiamma Nirenstein, Eugenia Roccella e Souad Sbai, di Luigi Compagna, Peppino Calderisi, Alfredo Mantovano e Guido Possa.
“Magna Carta – spiega Lanzilotta – non è un circolo, ma un luogo di ricerca e formazione dove, qualche volta, si elabora persino qualche buona idea”. Un luogo dove “lavorano volontariamente quanti, pur facendo cultura, scrivendo nei giornali, molti di essi insegnando all’università, non si fregiano del titolo di intellettuali, perché lontani dai salotti e perché hanno fatto una scelta di appartenenza, intesa come libertà interiore dalle soggezioni psicologiche e dalle finte neutralità, in favore del centrodestra”.
In passato, quasi tutte persone erano vicine a Forza Italia. Ora lo sono al Popolo della Libertà. Quanto a Magna Carta, “nella buona stagione, quando il centrodestra è al governo – dice il segretario generale – cerca di criticare, puntellare, fornire materiali affinché l’esperienza possa essere la più proficua possibile per il Paese. Quando il tempo cambia, e giunge l’inverno dell’opposizione, il suo ruolo è quello di riempire la santabarbara delle idee, di rifornirsi di munizioni, di prepararsi a tornare a guidare il Paese con l’autorevolezza della proposta”.
Una funzione che evidentemente la Fondazione ha svolto positivamente, a giudicare dal numero di donne e di uomini ad essa legati a vario titolo candidati nelle liste del PdL in posizione vincente. “Lo ribadiamo – chiosa Lanzilotta -: non era questo un obiettivo e neppure un auspicio. Ma un riconoscimento indiretto invece lo è. Tanto più importante proprio perché “derivato” dai fatti assai più che ricercato. Non esistono, dunque, candidati di Magna Carta, ma donne e uomini che hanno lavorato a Magna Carta e dei quali la Fondazione va orgogliosa. A tutti loro vanno i nostri auguri e un grande in bocca a lupo. Per noi la loro auspicabile elezione non sarà motivo di distacco. Così come contiamo sulla continuità del loro impegno, anche una volta che siederanno in Parlamento”.