Per l’emergenza dragaggio a Pescara, scendono in campo i presidenti Testa e Chiodi

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Per l’emergenza dragaggio a Pescara, scendono in campo i presidenti Testa e Chiodi

21 Marzo 2012

di V. F.

"Quanto sta accadendo al porto di Pescara ha dell’inverosimile. Lo scalo cittadino, cioè il porto della più grande città d’Abruzzo, sta vivendo una progressiva agonia e, a parte alcune voci che si sono levate negli ultimi mesi al fianco della mia, non ho registrato interventi concreti in favore di questa infrastruttura. Gli appelli lanciati sono stati moltissimi, verbalmente e per iscritto, non solo da parte del sottoscritto ma anche di chi ha lavorato per il dragaggio dal mese di giugno dello scorso anno, tentando di salvare il porto dall’insabbiamento". Stanco delle sue domande rimaste senza risposta e delle ingenerose critiche che in questi mesi difficili si è visto piovere addosso, questa volta prende carta e penna il Presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa. In qualità di commissario al dragaggio, ha scritto a tutti gli attori coinvolti: parlamentari, Regione, sindaco e Camera di Commercio. Testa chiede un’azione congiunta perché, ribadisce nella lettera, “la questione del dragaggio non è solo e soltanto mia e di pochi altri”, ricordando invece che “le attività economiche legate allo scalo sviluppano migliaia di posti di lavoro e decine di milioni di euro di fatturato”.

"Sono pronto – aggiunge -, come ho sempre detto in passato, ad assumermi le responsabilità di quanto accaduto da giugno dello scorso anno a oggi, cioè da quando sono stato nominato commissario, ma sono certo di aver lavorato scrupolosamente, attentamente e nel rispetto della legge per arrivare ad un risultato concreto che altri hanno fatto sfumare, e mi chiedo ancora quali siano le cause. Oggi siamo ad un nulla di fatto. Dopo il lungo balletto dei dati sulle analisi del materiale da dragare nella darsena, nessuno sa ancora se in questa parte del porto ci sia o meno il Ddt e l’Istituto Superiore di Sanità non si è ancora pronunciato a riguardo, pur avendo da venti giorni a disposizione un campione da esaminare (altri laboratori hanno analizzato 16 campioni in 5 giorni). Probabilmente il nodo sul Ddt non sarà mai sciolto, e non mi stupirebbe affatto, ma è indispensabile, a questo punto, che le istituzioni tutte dicano chiaramente se l’Arta può continuare a svolgere analisi sul materiale da dragare, considerato che l’attività di questa Agenzia è stata messa seriamente in discussione dall’Ispra, ed è urgente che il sottoscritto venga messo in condizione di dragare il porto, con i fondi necessari e con strutture tecniche adeguate".

Per Testa, dunque, è il momento della verità: si dica che non vuole e non si può salvare il porto , se così è. In ogni caso “è arrivato il momento che ciascuno per le proprie competenze faccia la sua parte, ricordando il mandato ricevuto dagli elettori”. Ma a scendere in campo è anche il Presidente della Regione, Gianni Chiodi, che dopo aver espresso grande apprezzamento per l’impegno del commissario Guerino Testa, ha accolto le preoccupazioni espresse dalla Confcommercio, ribadendo che la soluzione ai problemi del dragaggio del porto di Pescara "non è più rinviabile. E’ necessario intervenire e, se occorresse, agire su eventuali responsabilità, magari con una commissione d’inchiesta”. Chiodi ha poi ricordato che la Regione Abruzzo, "fin da subito è intervenuta con una procedura speciale, quella della dichiarazione dello stato di emergenza, proprio allo scopo di disegnare un iter veloce, snello e dedicato, con l’affidamento del coordinamento ad un unico soggetto commissariale, volendo evitare l’incancrenirsi del problema legato all’insabbiamento del porto, e per dare risposte agli operatori. Abbiamo concretizzato la nostra volontà anche anticipando due milioni di euro dei Fondi Fas – ha aggiunto Chiodi – sempre nella volontà di dare una soluzione alla marineria pescarese ed ora, questioni legate alle analisi delle acque, rischiano di vanificare il nostro operato e di far perdere il controllo della situazione". Il Presidente ha, infine, assicurato l’intensificazione dell’impegno, fino ad un interessamento del Governo Monti alla vicenda.