Per l’Idv molisana è cominciata la parabola discendente

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Per l’Idv molisana è cominciata la parabola discendente

14 Giugno 2011

Mentre il Pdl è alle prese con il varo della nuova giunta alla Provincia di Campobasso,  per l’Italia dei Valori è l’ora della resa dei conti. Il deludente 6 per cento riscosso alle ultime amministrative dal candidato presidente, Pierpaolo Nagni, dimostra che i consensi del partito sono in caduta libera e rimette in discussione i vertici locali del partito. Il dato è ancora più significativo se si considera che la provincia di Campobasso era considerata la roccaforte di Antonio Di Pietro. Negli ultimi tempi, invece, le cose vanno male.

In effetti già la sconfitta in casa alle ultime Comunali (cioè a Montenero di Bisaccia, paese di origine del leader dell’Italia dei valori) aveva lasciato intendere che il vento stava cambiando direzione. Ora, la batosta delle Provinciali. La sconfitta è stata doppia perché l’Idv ha perso anche la leadership del centrosinistra: in pratica si è riusciti nella difficile impresa di resuscitare il Partito democratico.

Oltre che a Campobasso, dove in tanti continuano ad  abbandonare la nave che affonda, segnali di cedimento si cominciano a registrare anche in provincia di Isernia. Alcuni esponenti del partito hanno cominciato a contestare più o meno velatamente i vertici regionali. Ossia Cristiano di Pietro, figlio del grande capo. Nel quartier generale di Montenero di Bisaccia ci sarebbe stato anche un incontro, durante il quale gli isernini avrebbero portato un messaggio abbastanza chiaro: o si cambia rotta, oppure si cambia partito. D’ora in poi solo scelte condivise, altrimenti sarà rottura.

I militanti dell’Idv della seconda provincia molisana contestano una gestione del partito decisamente accentratrice. Le decisioni non vengono prese collegialmente, vengono imposte. È il caso della candidatura alla presidenza della Provincia di Campobasso, dove il segretario regionale Pierpaolo Nagni è stato fatto scendere in campo senza interpellare la base del partito. E senza tentare neanche il dialogo con il Pd per un’eventuale candidatura unitaria.

Per non parlare del vertice della segreteria regionale. Nei mesi scorsi è stato rimosso Giuseppe Caterina, ex sindaco di Isernia e consigliere regionale, proprio per far posto a Nagni. Perché? Mistero. Certo è che se questa manovra – a quanto pare imposta dal rampollo di casa Di Pietro, d’intesa col papà – avrebbe dovuto far recuperare consensi su Campobasso, il tentativo è naufragato.

Intanto, si avvicinano sempre di più le Regionali, previste per il prossimo novembre. Durante l’incontro “segreto” di Montenero, gli isernini dell’Idv hanno mostrato di non avere affatto intenzione di essere soltanto dei portatori di voti. Vogliono un ruolo di primo piano nella competizione e intendono partecipare anche loro alle decisioni, a partire da quella della scelta del candidato presidente. A Isernia, in particolare, vogliono un candidato unico del centrosinistra. Perché capiscono perfettamente che è l’unica possibilità per cercare almeno di mettere un po’ di pressione alla corazzata di Michele Iorio. Correre ancora una volta divisi, in effetti, significherebbe perdere con un distacco abissale.

Ricapitolando: in provincia di Campobasso l’addio di diversi militanti (il senatore Giuseppe Astore, Erminia Gatti, il consigliere regionale Massimo Romano e l’ex presidente della Provincia Nicola D’Ascanio, solo per fare alcuni nomi) ha portato a un crollo dei consensi; in quella di Isernia si rischia di scrivere lo stesso copione. Le prime crepe cominciano già a vedersi. A Venafro, ad esempio, il consigliere regionale Nicandro Ottaviano (insieme ad alcuni consiglieri comunali), ha già abbandonato il partito. Tanti altri meditano di fare altrettanto. Di questo passo il lider maximo dell’Idv, in Molise, si ritroverà a dare ordini solo a se stesso.