Per Obama il nucleare è la più importante fonte di “energia pulita”

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Per Obama il nucleare è la più importante fonte di “energia pulita”

18 Febbraio 2010

Nucleare? Yes we can. Il Presidente Obama ha annunciato, a sorpresa, un primo stanziamento di 8 miliardi di dollari per la costruzione di due nuove centrali nucleari dopo 30 anni. La mossa s’inserisce tra i progetti della "green economy": la costruzione dei reattori creerà 3.500 posti di lavoro che impiegheranno 800 lavoratori "ben pagati".

La decisione è giunta come un fulmine a ciel sereno per ambientalisti e partiti di sinistra, inevitabilmente delusi da un presidente che, dopo tanto impegno per allontanare dalla Casa Bianca i petrolieri, ora apre la porta alle lobby del nucleare, senza contare che gli esperti si dicono preoccupati per lo stoccaggio delle scorie radioattive. Obama, però, rimane fermo sulle sue posizioni e ribadisce di voler andare avanti con il suo piano per la green economy affermando che "non possiamo permettere che le divergenze frenino il progresso. Su un tema che condiziona la nostra economia, la nostra sicurezza e il futuro del pianeta non possiamo restare bloccati nell’annoso dibattito tra destra e sinistra, imprenditori e ambientalisti". Anzi, in termini di cambiamenti climatici ha sostenuto che quella nucleare è la soluzione più "pulita", poiché "non produce emissioni inquinanti: una centrale atomica a parità di energia prodotta, in un anno, è capace di ridurre l’inquinamento che viene da 16 milioni di tonnellate di carbone. Praticamente è come togliere dalla strada 3,5 milioni di macchine".

All’interno del progetto trova spazio anche il ritorno all’atomo. L’investimento iniziale di 8 miliardi di dollari è destinato a triplicare, se non di più, tanto che il Wall Street Journal riferisce che fondi per 54 miliardi sono pronti per entrare nella prossima legge di Bilancio federale. Il primo progetto prevede la costruzione di due centrali in Georgia, in grado di coprire il fabbisogno energetico di 1,4 milioni di abitanti dello stato. Voci sulla decisione degli Usa si sollevano dall’Italia che, dal canto suo, sta facendo i suoi primi passi in direzione del nucleare. "La decisione del presidente Obama è l’ulteriore conferma che il nucleare è indispensabile per preservare l’ambiente, ridurre le emissioni di gas serra e combattere il cambiamento climatico". Il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, commenta così la scelta del presidente americano di avviare concretamente due nuove centrali nucleari – che si aggiungeranno alle 104 già in funzione negli Usa – nello Stato della Georgia. "Già il 28 gennaio scorso, nel discorso sullo Stato dell’Unione – ha proseguito Scajola – il presidente Obama aveva dichiarato che il nucleare è uno dei pilastri dell’economia verde perché è una fonte pulita per l’ambiente e sicura per i lavoratori e i cittadini. Per l’Italia il nucleare è necessario anche per ridurre il costo dell’energia per le imprese e i cittadini e garantirci maggiore sicurezza energetica. Spero – ha concluso – che l’esempio del presidente Obama convinca i nostri ambientalisti che il nucleare non va demonizzato, ma affrontato con razionalità senza strumentalizzazioni ideologiche".

Il deputato Pdl Giuliano Cazzola, vice presidente della commissione Lavoro della Camera, si è dimostrato speranzoso in merito all’influenza che questa decisione potrebbe avere sul nostro Paese. "Dal momento che il presidente Usa sembra avere più sostenitori in Italia che nel suo Paese, speriamo che le sue indicazioni, tanto nette ed inequivocabili, mettano fine alla politica del ‘non nella mia regione’ che vede impegnati, con identica irresponsabilità e in modo bipartisan, alcuni candidati governatori. Con la sua iniziativa – ha aggiunto in una nota – Barack Obama dimostra inequivocabilmente che non solo la green economy ma anche i green jobs e il risanamento ambientale possano trovare soluzione grazie al rilancio dell’energia nucleare"."Pragmatismo e ragionevolezza hanno spinto Barack Obama a una decisione importante e positiva: quella di giocare anche la carta del nucleare come risposta alle esigenze energetiche".

Così Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, sul grande passo di Obama verso il nucleare. "È la prova che rispetto alla domanda energetica occorre toccare tutti i tasti, senza veti né tabù: gas, nucleare, fonti alternative, risparmio energetico, e così via. E proprio questo mix equilibrato è, per tutti i Paesi – ha spiegato –, la ricetta giusta per ridurre la dipendenza dall’estero, e anche per evitare di puntare solo su una fonte. È questa anche la strada percorsa in Italia dal Governo Berlusconi. E ora che diranno gli ‘obamiani’ italiani? Tutti muti? Tutti ammutoliti? Come mai tanto silenzio dagli abituali laudatores nostrani del leader democratico americano? Quando una cosa non piace alla sinistra italiana – ha concluso – non se ne deve parlare?".

Il mercato del nucleare si sta rapidamente articolando con numerosi attori: Europa (nei paesi dell’Est europeo così come in quelli dell’Europa centrale e occidentale), Asia, America, e ora anche nel Medio Oriente (oltre al pericolo iraniano, recentemente Giordania, EAU, Egitto ed Arabia Saudita hanno cominciato ad interessarsi all’energia nucleare). E a quanto pare gli Stati Uniti non intendono rinunciare al loro primato nucleare.