Per Repubblica Bush si sbaglia e vota Obama. Peccato sia una bufala…

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Per Repubblica Bush si sbaglia e vota Obama. Peccato sia una bufala…

13 Novembre 2012

Mercoledì 7 novembre, ora di pranzo. Come noto all’intero globo terracqueo, il popolo americano ha rieletto il democratico Barack Obama alla carica di presidente degli Stati Uniti d’America. In termini di voti popolari, con il 50% dei voti contro il 48 del suo sfidante, il repubblicano Mitt Romney: trecentotrentadue (Florida inclusa, ndr) ‘grandi elettori’ a duecentotre.

A corollario di un’interminabile nottata, imperversano nei giornali, nei blog e nei social network – mai come in questa occasione in evidente sovraccarico mediatico – analisi, commenti e curiosità d’ogni genere e sorta. All’interno della versione on-line de La Repubblica, all’improvviso, una notizia: “Bush sbaglia e vota Obama. L’ex presidente confuso dall’elettronica”. E ancora, “un giornalista del Waco Time (sic!): ‘Bush Jr sbaglia e vota per Obama’”. Insomma, secondo la fonte citata dal quotidiano diretto da Ezio Mauro – il celeberrimo ai più ‘Waco Time’ (!)  – George W. Bush si sarebbe sbagliato a votare.

Ebbene sì, al momento di esercitare il suo sacrosanto diritto al voto avrebbe speso il medesimo a favore di Barack Obama anziché per il candidato del GOP Mitt Romney. E, inoltre, sarebbe stato in colto in fallo da un giornalista del già menzionato Waco Time.

Ora, però, la notizia s’è rivelata alla stregua di una colossale bufala. Meglio, s’è trattato di una cd. “hoax-news”. Una burla, in altre parole. Un calembour de The Daily Current, un simil Spinoza d’oltreoceano (e bravo Pietro Salvatori, il primo ad accorgersene). Per intenderci, dalla faq del sito stesso: Domanda: "Are your newstories real?”. Risposta: "No. Our stories are purely fictional. However they are meant to address real-world issues through satire and often refer and link to real events happening in the world”.

Ergo, ci troviamo di fronte a una topica colossale de La Repubblica. Superfluo ogni commento. Anzi, no. Una considerazione va spesa. La veridicità dell’informazione avrebbe comportato, evidentemente, la messa in discussione di un principio basilare per qualsiasi democrazia: la segretezza del voto. A La Repubblica, all’ora di pranzo di mercoledì 7 novembre anno domini 2012, è mancato proprio detto step interpretativo. Il voto è segretissimo. Sempre. Anche, e soprattutto, nella patria per eccellenza della democrazia. Anche negli Usa.