Per scacciare il ‘Mal di Natale’ facciamo un giro per presepi

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Per scacciare il ‘Mal di Natale’ facciamo un giro per presepi

Per scacciare il ‘Mal di Natale’ facciamo un giro per presepi

24 Dicembre 2016

Psicologi e sociologi mettono in guardia dal “mal di Natale”, Christmas Blues, come lo chiamano, ansia da festa che indurrebbe alcuni in uno stato di tristezza e depressione. Impegni che si susseguono uno dietro l’altro, stress da shopping per la corsa ai regali, aspettative troppo alte, e il dovere di sentirsi felici e soddisfatti a tutti i costi se no “che Natale è”?

Beh, senza nulla togliere agli esperti, noi un rimedio per chi, a quanto pare, non riesce a godersi e a festeggiare la Natività proviamo a darlo. Tra stanotte e domani, fate un giro per presepi. Da quelli tradizionali in via San Gregorio Armeno a Napoli, ai presepi viventi di Matera, Tricase e Rivisondoli, passando per il presepe sulle barche di Cesenatico e a quello del pozzo della Cava di Orvieto.

Fino al più antico dei presepi italiani, quello di Greccio, il piccolo borgo in provincia di Rieti dove nella notte del lontano 1223 San Francesco d’Assisi per la prima volta rappresentò la Natività, non certo per dare avvio ad un “rito mondano”, quanto invece per contemplare con i propri occhi la precarietà, i disagi e le difficoltà che hanno contraddistinto la nascita di Gesù ma anche e soprattutto la semplice e profonda bellezza di una famiglia che accoglie con gioia un bimbo.

Insomma, per scacciare la tristezza di cui parlano psicologi e sociologi lasciate perdere il regalone sotto l’albero e raccogliamoci intorno al presepe. In fondo, la Natività ci suggerisce questo: per essere felici non servono lunghi cenoni o l’illusione che tutto debba essere per forza “a posto”, servono invece relazioni autentiche che ci permettano di scoprire, dentro di noi, quella bellezza che spesso si cerca fuori, esteriormente.

Andiamo per presepi in Italia, per riscoprire quella bellezza, quella luce, quella autenticità. Psicologi e sociologi mettono in guardia dal “mal di Natale”, Christmas Blues, come lo chiamano, ansia da festa che indurrebbe alcuni in uno stato di tristezza e depressione. Impegni che si susseguono uno dietro l’altro, stress da shopping per la corsa ai regali, aspettative troppo alte, e il dovere di sentirsi felici e soddisfatti a tutti i costi se no “che Natale è”?

Beh, senza nulla togliere agli esperti, noi un rimedio per chi, a quanto pare, non riesce a godersi e a festeggiare la Natività proviamo a darlo. Tra stanotte e domani, fate un giro per presepi. Da quelli tradizionali in via San Gregorio Armeno a Napoli, ai presepi viventi di Matera, Tricase e Rivisondoli, passando per il presepe sulle barche di Cesenatico e a quello del pozzo della Cava di Orvieto.

Fino al più antico dei presepi italiani, quello di Greccio, il piccolo borgo in provincia di Rieti dove nella notte del lontano 1223 San Francesco d’Assisi per la prima volta rappresentò la Natività, non certo per dare avvio ad un “rito mondano”, quanto invece per contemplare con i propri occhi la precarietà, i disagi e le difficoltà che hanno contraddistinto la nascita di Gesù ma anche e soprattutto la semplice e profonda bellezza di una famiglia che accoglie con gioia un bimbo.

Insomma, per scacciare la tristezza di cui parlano psicologi e sociologi lasciate perdere il regalone sotto l’albero e raccogliamoci intorno al presepe. In fondo, la Natività ci suggerisce questo: per essere felici non servono lunghi cenoni o l’illusione che tutto debba essere per forza “a posto”, servono invece relazioni autentiche che ci permettano di scoprire, dentro di noi, quella bellezza che spesso si cerca fuori, esteriormente.

Andiamo per presepi in Italia, per riscoprire quella bellezza, quella luce, quella autenticità.